ibla

Dalla Sicilia ad Amici: intervista a Ibla

La passione per la musica di Ibla non ha una data precisa. È nata con lei, un amore per la musica che l’ha accompagnata da quando è piccola.

Queste le prime parole di Ibla, all’anagrafe Claudia Iacono, intervistata da Lo Sbuffo, che ha raccontato gli inizi della sua carriera musicale. Nota al pubblico per essere allieva della scuola di Amici 20, i suoi primi studi di musica cominciano all’età di undici anni, quando i suoi amici la iscrivono ad un festival al quale partecipa di nascosto.

È la prima volta in assoluto che si esibisce davanti a qualcuno e non chiusa nella sua stanza, nella sua serenità e solitudine. Arriva alla finale di questo festival e inizia a prendere forma il suo sogno. I suoi genitori si accorgono del suo talento e rimangono “scioccati” dalla voce pesante e vigorosa per una ragazzina di soli undici anni. Da qui parte il viaggio di Ibla.

I primi passi, gli studi di canto e l’ispirazione di Ibla

Ibla studia canto per tre anni, salvo poi interrompere le lezioni per motivi economici. Da quel momento, decide di studiare autonomamente per non abbandonare la carriera che stava appena cominciando.

Cantautrice, Ibla canta in spagnolo e ritiene che scrivere la propria musica sia importante ma non fondamentale per essere considerati artisti. Non vuole delineare delle categorie precise, chiunque può essere artista e qualsiasi canzone può essere resa arte. “Non per forza chi è cantautore è artista e chi è interprete non lo è” afferma la cantautrice siciliana. Crede però che passare da interprete a cantautrice sia importante per tirare fuori i propri sentimenti, per scrivere qualcosa di personale.

L’esperienza ad Amici e il Folk spagnolo

Cosa ne pensi dei talent e dei programmi televisivi?

Inizialmente avevo accantonato questa idea, avevo paura di non poter dare quello che sono realmente, dato che in televisione devi fare un po’ quello che è a servizio della televisione. Insomma, avevo paura di snaturarmi, volevo cantare le canzoni che volevo.

e continua:

La mia voce mi permette di cantare le mie canzoni, non quelle di Christina Aguilera e questa cosa nei talent potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Però, oggi che esco da un talent, mi rendo conto che se hai la fortuna di non snaturarti e di avere una produzione che ti dà la possibilità di esprimerti per come vuoi allora è un’esperienza formativa.

Ibla ha sempre cantato canzoni nel suo stile e ci è stata dentro alla perfezione, anche a detta della cantante stessa. Per quanto riguarda lo scrivere in spagnolo, Ibla racconta delle sue origini e delle sue influenze:

Cantare in spagnolo è dovuto a diversi fattori: innanzitutto io adoro la musica spagnola, soprattutto folk, dunque è legato alla mia passione, amo questa cultura.

Sicuramente poi, tutto parte da mio nonno che per lavoro si trasferì da giovane a Santo Domingo e, anche lui cultore di musica folk, fece il giro di tutto il Sud America, dove poté approfondire questa passione e acquistare dei dischi folk in spagnolo.

E questi hanno infatti influenzato la mia sonorità, che se vogliamo è un po’ latineggiante. Ascolto questa musica da quando sono piccola, quindi penso sia anche normale!

Ibla non va alla ricerca di queste sonorità, per lei è naturale scrivere e cantare in questo modo, dando alla sua musica un’impronta sullo stile folk spagnolo e latinoamericano.

Quanto è difficile essere un artista emergente in Italia?

Ascolto un po’ di tutto, non mi identifico in un solo genere. Oggi escono fuori mille canzoni al giorno e non è facile rimanere al passo, dover ascoltare tutto.

Essere artista emergente non è facile e, con tutta la musica che esce, è facile anche che si perda la bellezza dello scrivere le canzoni. Si scrivono cose un po’ meno pensate e meno vissute, scritte in qualche ora, non puoi permetterti di prenderti un mese per un pezzo; il mondo discografico è cambiato? Sì, e continuerà a cambiare. Bisogna trovare un compromesso per questa cosa qui.

Ascolto davvero tutta la musica, quella che è in classifica come quella più particolare. La discografia italiana oggi è fatta da ragazzi e le classifiche sono popolate da gente che ha la mia età, una vera e propria rivoluzione.

La nuova generazione ha cambiato la scena musicale e le dinamiche del mercato. Credo che nella rivoluzione ci sia sempre bellezza e qualcosa da sentire e da scoprire.

L’unica cosa che manca, secondo Ibla, sono i testi: oggi si dà troppa priorità alla melodia, al fatto che essa debba rimanere in testa e si tralascia la parte forse più importante della musica, quella del significato. Fare disco d’oro sembra più importante che raccontare se stessi. Ibla, invece, mette in dubbio le modalità di uscita della musica di oggi e “contesta” un panorama musicale frivolo dal punto di vista della stesura dei testi.

I dischi sono studiati e più corti di quanto non fossero in passato.

Mi è capitato di sentire canzoni e dischi dall’inizio alla fine e non capire davvero cosa volessero dire. Per me questo è inconcepibile e a me personalmente sembra un difetto, anche se la melodia è bella.

Le etichette discografiche possono snaturare un artista, ma avere un team solido alle spalle è fondamentale. Io ho la fortuna di avere delle persone che credono in me e che mi lasciano libera di esprimermi.

L’arte e il commercio sono due cose diverse, dipende anche da te stesso e dalle condizioni che decidi di accettare. Se hai dietro gente che rispetta la tua arte e con la quale puoi lavorare serenamente è sicuramente un’altra storia. Mi sto trovando benissimo, non mi potrei mai lamentare.

Cosa ne pensi dei lavoratori dello spettacolo e del momento che vive la musica in Italia?

È sicuramente una situazione critica. Non c’è stata nessuna tutela ed è una cosa che mi infastidisce tantissimo. Lo spettacolo non viene considerato e non c’è stato nessun tipo di aiuto per noi.

Quando facciamo arte e facciamo divertire la gente siamo considerati, quando è tutto chiuso non esistiamo più per le istituzioni. Non credo sia giusto. Il nostro rimane un lavoro e l’Italia è un paese fondato sulla cultura. Se il governo non ci tutela, allora dovremmo farci delle domande.

I social e lo streaming: Spotify e le altre piattaforme

Ibla conta solo tre brani su Spotify, ma ha già milioni di streaming. I concerti live sono la fonte di guadagno principale per gli artisti, ma secondo Ibla, oggi, per aumentare la propria notorietà è necessario essere presenti sui social e andare forte sulle piattaforme di streaming, Spotify in primis.

Più streaming hai, più followers hai, più vale il tuo pensiero, purtroppo è così. Prima di entrare ad Amici non usavo nemmeno Instagram, ora ho quasi 100mila followers e la gente aspetta determinate cose da me. In generale, devo imparare a fare queste cose ma non sono assolutamente contro. In ogni caso, ho anche qui un team alle spalle che mi aiuta tantissimo.

Gli artisti sono influencer al di là dei social. Anche se ti ascoltano in tre persone, tu sei un’influenza per loro. Io ho preso come verità quello che sentivo nelle canzoni e ritengo sia importante fare attenzione a quello che si dice. Esempio banale: io amo Fedez come artista e persona che supera anche Vasco, che però continua a fare la musica italiana più di lui. E poi penso che i concerti facciano capire chi è l’artista, sicuramente più che gli altri aspetti di cui abbiamo parlato prima. Io ho la necessità dei live, di vedere la gente e abbracciarla.

E aggiunge:

Oggi ci sono artisti che fanno musica per Spotify, non per essere ascoltata nei live. Vuol dire che qualcosa in generale sta cambiando e, forse, Spotify e quant’altro in certi aspetti sono anche più importanti dei concerti.

Alcune considerazioni con Ibla

Spotify è quindi qualcosa in più che una semplice vetrina per i cantanti: è piuttosto un modo per portare alla gente la propria musica. Abbiamo chiesto alla cantante come funziona il suo processo creativo e come concepisce i brani e il relativo significato:

Per quanto riguarda il mio processo creativo, ho scritto pochissime canzoni partendo dal testo, forse 3-4. Solitamente la melodia mi dice già il testo.“Libertad” è nata da una melodia in finto spagnolo e poi dentro ci ho ritrovato quel sentimento e allora ho scritto quella cosa.

“No te Gustas” stessa cosa, esprime un senso di liberazione dagli occhi degli altri, che a volte ci condizionano in maniera esagerata. Parlo della libertà di espressione, di sentirsi liberi di essere e fare quello che ci pare.

Lontano da qui è invece l’unico brano che non è partito da me, scritto a più mani e qui c’è stato un processo inverso: mi è arrivata questa canzone con un testo che non mi rappresentava per niente e allora lì dentro ho messo la mia storia, un colpo di fulmine che mi è anche successo, tra l’altro. Io mi faccio molto condizionare dall’istinto, sono una persona che parla di questo.

Infine, Ibla ci ha anticipato che a breve uscirà il suo album, probabilmente un EP. È tutto pronto e noi non vediamo l’ora di ascoltarlo.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.