La Scozia fornisce gratuitamente i prodotti sanitari femminili

La Scozia è diventato il primo Paese al mondo a rendere gli assorbenti accessibili a tutti. Martedì 24 novembre il Parlamento scozzese ha approvato il Period Products (Free Provision) (Scotland) Bill. Ora le autorità locali hanno il dovere legale di assicurare la disponibilità di tamponi e assorbenti sanitari a chiunque ne abbia bisogno.

Com’è iniziato il processo?

La parlamentare laburista Monica Lennon ha introdotto la proposta di legge e ha iniziato la campagna nel 2016. Ha affermato sin dall’inizio come questa legge fosse pratica e progressista, ma a causa della pandemia provocata dal Covid-19, oggi è ancora più vitale:

Le mestruazioni non smettono a causa delle pandemie. Il lavoro per migliorare l’accesso ai tamponi essenziali, agli assorbenti monouso e riutilizzabili non è mai stato più importante

Nonostante la proposta di legge sia stata approvata con centododici voti a favore, e nessun voto contro e nessuna astensione, il Bill va incontro a molte problematiche. La prima e più importante è il costo annuo di trentuno milioni di sterline.

Tutti i problemi correlati alle mestruazioni

Il termine period poverty indica l’impossibilità economica di potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale, attraverso appositi dispositivi sanitari (assorbenti, tamponi o coppette) e in luoghi idonei (bagni puliti e attrezzati). 

Un sondaggio sottoposto a più di 2.000 persone dal «Young Scot» ha constatato che una persona su quattro a scuola, al college o all’università in Scozia ha avuto problemi con l’accesso a prodotti igienici femminili.

Inoltre, per circa il 10% delle ragazze nel Regno Unito non è stato possibile comprare i prodotti per le mestruazioni; il 15% ha avuto difficoltà a permetterseli e il 19% è stato costretto a comprare dei prodotti meno costosi ma meno adatti alle proprie esigenze.

Le mestruazioni non sono un problema legato solo al classismo. Esiste uno stigma sociale intorno al ciclo mestruale. Molti studi dimostrano che rappresenta una problematica per almeno il 71% delle ragazze dai quattordici ai ventuno anni di età. Molte di queste ragazze si sentono in imbarazzo e a disagio a comprare i prodotti igienici femminili a loro necessari. La legge della Scozia si dedica anche all’educazione scolastica su questa tematica.

Quali saranno i cambiamento da aspettarsi in Scozia? 

Il Period Products (Free Provision) (Scotland) Bill obbliga legalmente le autorità locali ad assicurare l’accesso ai prodotti sanitari femminili in modo gratuito.

Originariamente, si era proposto un documento in cui si suggeriva di seguire il modello utilizzato per distribuire i preservativi gratis. Tuttavia, diversi problemi sono stati sollevati e ora si deve pensare a un metodo totalmente nuovo di distribuzione. Lo schema dovrà necessariamente essere operativo entro due anni dall’entrata in vigore della legge. 

La Scozia aveva già iniziato a fornire tamponi, assorbenti e prodotti sanitari femminili riutilizzabili nelle scuole, università e i college.

Il governo scozzese ha finanziato questo progetto con un fondo di cinque milioni di sterline e ha premiato con mezzo milione di sterline l’associazione FareShare per aver inviato prodotti mestruali gratuiti alle famiglie a basso reddito. Altri quattro milioni di sterline erano stati resi disponibili ai consigli locali per espandere il progetto in altre aree pubbliche.

I prodotti sanitari femminili sono tassati con imposta al 5% nel Regno Unito. Una tassazione che il governo britannico voleva togliere ma non ha potuto a causa del regolamento UE che classifica i prodotti sanitari come “beni di lusso”. Si prevede che tali tasse siano eliminate entro il 2022.

Com’è la situazione nel resto del mondo?

La tampon tax, cioè l’imposta sul valore aggiunto (la nostra IVA) applicata su assorbenti, tamponi e coppette mestruali, nel mondo oscilla tra il 27% in Ungheria e lo 0% in Irlanda, l’unico Paese nell’Unione Europea che non tassa i prodotti sanitari femminili.

La Francia ha ridotto la Tampon Tax dal 20% al 5,5% già a dicembre 2015, mentre in Belgio la tassazione è scesa dal 21% al 6%, la stessa percentuale è applicata nei Paesi Bassi.

In Italia l’aliquota resta pari al 22%, uguale a quella applicata i beni di lusso. In Italia l’Iva sugli assorbenti femminili è stata introdotta nel 1973 e, come per altri beni e servizi, è cresciuta nel tempo dal 12 al 22 per cento. Una percentuale significativa rispetto a quella di molti Paesi Europei che nel corso del tempo l’hanno ridotta o abolita.

Nel 2019, il PD aveva proposto un emendamento e un decreto sulla Semplificazione Fiscale con cui si proponeva l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti e su altri prodotti igienici femminili. L’emendamento è stato però bocciato dal governo con 253 voti contrari e 189 favorevoli.

Andando oltre all’Europa, il Canada ha abolito la Tampon Tax nel 2015 e nel 2016 è stata abolita anche nello Stato di New York. Il Kenya si è adoperato fin dal 2004 per ridurre la tassazione e dal 2011 ha dato attuazione a un progetto che prevedeva la distribuzione gratuita di assorbenti nelle scuole. L’India applicava una tassazione del 12% sui prodotti femminili, ma a seguito di molte proteste ha abolito la Tampon Tax a partire da luglio 2018.

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