Può la moda conquistare il pubblico più ampio? Un quesito difficile, a cui tenta di dare risposta la serie tv prodotta da Taodue e The Family. Made in Italy è una serie tv distribuita per la prima volta su Amazon Prime Video nel 2019 e in onda in televisione durante lo scorso inverno. La produzione, con cast e regia italiani, racconta la nascita e sviluppo della moda prêt-à-porter italiana.
La serie è ambientata negli anni Settanta in una Milano mossa da scontri e spinte culturali rivoluzionarie. Rappresenta dunque un tentativo, seppur parecchio criticato, di gettare uno sguardo su una dei fiori all’occhiello dell’artisticità italiana: la moda milanese appunto. L’idea abbraccia tematiche scarsamente trattate in televisione e gioca su un doppio canale di trasmissione: OTT e televisivo. L’obiettivo è rivolgersi a un pubblico ampio, comprendente giovani e adulti, neofiti ed esperti.
La storia di Irene e non solo: un intreccio complesso
La serie si sviluppa in otto puntate della durata di un’ora. Accoglie dunque il formato più in voga negli ultimi anni: episodi brevi e conclusi a livello narrativo. L’obiettivo è infatti rendersi accessibile anche a un pubblico non avvezzo e abituato al cinema, piuttosto svogliato e dunque non interessato a contenuti troppo lunghi e impegnativi. Proprio per questo gli episodi presentano un intreccio ricco ed entusiasmante.
Per quanto la moda resti al centro infatti, gli intrighi amorosi e i rapporti sociali tra i personaggi sono piuttosto sottolineati. Ciò permette, ancora una volta, di incontrare i gusti di un pubblico molto variegato e ridurre considerevolmente il “rischio d’impresa”. Grazie al ritmo parecchio incalzante infatti, la serie tv evita i tempi morti, tenendo lo spettatore attaccato allo schermo per l’intera durata dell’episodio. Il ritmo concitato è inoltre incrementato dalla presenza di parecchi colpi di scena che colpiscono lo spettatore, lasciandolo interdetto.
Al centro di tutto vi è la protagonista Irene Mastrangelo, la modella e attrice Greta Ferro, in un’interpretazione tutt’altro che indifferente. Nonostante Made in Italy rappresenti il suo battesimo cinematografico, Ferro non mostra imbarazzo davanti alle telecamere e costruisce un personaggio verosimile e coerente. Irene Mastrangelo è una giovane ragazza figlia di immigrati del sud Italia, studentessa di lettere dell’Università Statale e aspirante giornalista. La sua storia è la storia dell’emancipazione di una giovane donna talentuosa all’interno di una società milanese degli anni Settanta. La sua ribellione nei confronti della famiglia la porta infatti alla ricerca di un lavoro. Ciò la conduce alla rivista di moda Appeal, che rappresenta per la ragazza un trampolino di lancio verso il brillante futuro professionale.
Non solo moda, gli anni Settanta sono anche altro a Milano
Made in Italy parla dunque dell’emancipazione femminile all’interno di una Milano anni Settanta. La città è colta nel pieno del suo clima effervescente e sfavillante. Nelle piazze infatti sussistono le proteste dei giovani rivoluzionari e la società è al culmine di un cambiamento epocale. La serie tv mette infatti in mostra luci e ombre di tale periodo storico, scegliendo di raccontare attraverso le storie di alcuni personaggi.
La direttrice della rivista Appeal Rita Pasini, per esempio, è madre di un ragazzo manifestante. Allo stesso modo Made in Italy non si esime dalla ripresentazione del triste scenario della tossicodipendenza. Insomma la serie tv non racconta solo di moda e in sole otto puntate cerca di riprodurre una fotografia che allude alla vecchia Milano anni Settanta. Il tentativo ambizioso, seppur criticato, sembra riuscire nell’intento. Nonostante non aderisca fedelmente alla storia, genera interesse e spunti di riflessione.
Made in Italy
L’espediente narrativo utilizzato dalla serie è raccontare la moda italiana degli anni Settanta attraverso gli occhi della protagonista. Le sue scoperte all’interno della rivista, le sue conquiste, sono sciorinate sotto gli occhi dello spettatore e diventano esser stesse scoperte per lo spettatore. Lo “spettatore modello” di Made in Italy non è infatti per forza un appassionato di moda. Al contrario, sembra quasi che la serie si rivolga a uno spettatore curioso e anche un po’ invadente, proprio come la protagonista.
Made in Italy è una serie senza troppe pretese. Non si ostina infatti a essere un documentario, né una rappresentazione storica della moda italiana, ma un romanzo liberamente ispirato a un decennio rilevante per la cultura italiana. L’obiettivo resta evocare un clima creativo, delle sensazioni, degli odori. Made in Italy sembra allora chiamare i suoi spettatori, per invitarli a vivere il sogno di un’epoca attraverso gli occhi di una ragazzina.
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