Molte persone che oggi sono giovani ricorderanno quando, durante l’infanzia, i genitori si raccomandavano di non parlare agli sconosciuti, non accettare regali dagli sconosciuti e, soprattutto, fare molta attenzione nell’utilizzo di internet. Innanzitutto per le persone che si potevano incontrare in rete e poi, ovviamente, ci si raccomandava di non credere a tutto quanto si leggesse o trovasse online.
Eppure oggi la situazione sembra si stia ribaltando, a livello di generazioni: coloro che anni fa si raccomandavano di andarci cauti sono tra i gruppi più sensibili alle truffe online o più propensi ad acquistare prodotti presentati come miracolosi, ma che invece sono mere truffe anch’essi.
I target principali delle truffe online
Tra le persone statisticamente più inclini a cascare nella trappola delle truffe troviamo, ovviamente, gli anziani e i/le cosiddette boomer.
Riguardo gli anziani è facilmente comprensibile il perché: non hanno dimestichezza con i nuovi dispositivi tecnologici e la tecnologia in generale, non sempre parlano o comprendono l’inglese e molti nuovi linguaggi e approcci sono quasi alieni per loro, rendendoli più vulnerabili agli inganni dei malintenzionati. Riguardo la seconda categoria, invece, stando a vari studi e indagini, in Italia l’80% della popolazione sarebbe costituita da analfabeti funzionali, la cui gran parte sono persone adulte: uno su tre, infatti, ha più di cinquantacinque anni.
Per analfabetismo funzionale si intende l’incapacità di leggere – metaforicamente e non – i fenomeni che ci circondano in maniera critica e, di conseguenza, l’incapacità di valutare correttamente le informazioni che si hanno nel contesto nel quale si è, sebbene si sappia leggere, scrivere e contare.
Le persone che rientrano in questa categoria, quindi, sono più facilmente aggirabili e sensibili alla truffa, ed ecco spiegata la ragione.
Prodotti diversi, truffe diverse
Esistono, inoltre, prodotti e prodotti, truffe e truffe.
Per quanto riguarda le truffe nell’ambito alimentare le persone, in Italia, sono più informate e attente. È più raro che qualcuno, indipendentemente dall’età, finisca per comprare un Parmigiano “tarocco”. Ciò è dovuto alla tanta sensibilizzazione e informazione fatta a tal riguardo, oltre che alle abitudini alimentari precise della popolazione italiana.
In altri campi invece, il tranello è dietro l’angolo. Soprattutto nell’ambito delle tecnologie.
Con l’avvento del Covid-19 (cioè il virus SARS-CoV-2) e con il panico che le quarantene e gli isolamenti avevano creato, le truffe sul web sono aumentate in maniera esponenziale.
In alcuni periodi trovare igienizzanti per le mani e mascherine online era diventato un lusso per pochi eletti, dati i prezzi vertiginosi che avevano raggiunto. Tutto ciò ha creato del terreno molto fertile per prodotti che promettevano di prevenire, curare, alleviare il Covid-19. Piattaforme quali Amazon, eBay e Wish hanno dovuto creare liste di persone autorizzate a vendere prodotti come mascherine, guanti o altro per limitare pubblicità fuorvianti e caro prezzi.
La crescita delle truffe nel periodo Covid-19
L’Antitrust è aperta a segnalazioni riguardo vendite di questa natura da parte degli utenti e alcuni esempi di pubblicità fuorvianti sono: prodotti omeopatici che dovrebbero “sconfiggere il Covid”, integratori vitaminici o diffusori e attrezzi vari per suffumigi per prevenire il Covid e tant’altro. Eclatante fu il caso di alcuni “braccialetti miracolosi”, di svariate tipologie e range di prezzo, che promettevano di proteggere dal Covid.
Non è dimostrato che nessuno dei prodotti precedenti possa effettivamente fare quanto promette, anzi, buona parte di essi sono palesi “prese in giro” surreali ai danni di coloro che per ingenuità o altro non hanno i mezzi per discernere qualcosa di affidabile da un inganno.
Riguardo il caro prezzi su mascherine, guanti e igienizzanti, che soprattutto nel 2020 e soprattutto in alcune zone erano quasi divenuti beni di prima necessità, andavano a pesare sulle persone più bisognose e disperate, che magari nemmeno erano in grado di distinguere un buon prezzo da uno inaccettabile.
Con l’ascesa dei gruppi “no-vax”, cioè coloro che si oppongono – spesso anche in maniera violenta sia a livello fisico che verbale – all’uso e somministrazione dei vaccini, sono moltissimi i prodotti per difendersi da fantomatici rischi ed effetti collaterali dei vaccini che sono spuntati online.
Il tutto, ovviamente, si sposa bene con il dilagare sempre più pesante delle cosiddette fake news, cioè bufale o notizie false. Un/a analfabeta funzionale, ad esempio, legge che i vaccini possono far sviluppare gravissimi effetti collaterali (basti vedere tutte le storie e lamentele per i fantomatici nessi tra vaccini e 5G) su qualche articolo, che magari utilizza un paio di termini più complessi del normale, e ci crede. Perché non ha né l’abitudine né i mezzi per discernere la realtà dalla bugia né tanto meno per contestualizzare quanto letto e capire se sia verosimile e sensato o meno.
Come ridurre il rischio di incorrere in truffe online?
Alcune accortezze che si possono prendere per ridurre il rischio di venir truffati online sono le seguenti.
Innanzitutto, a seconda del prodotto e del caso, leggere più articoli, confrontare le fonti e, soprattutto nel caso di anziani o persone con poca dimestichezza online, chiedere personalmente ai nipoti, figli, amici e colleghi che magari ne sanno di più.
Salvare sempre eventuali e-mail, messaggi di offerte o ricevute di pagamento, soprattutto quando si è in dubbio riguardo la sicurezza della transazione. Evitare, a meno che non si tratti di persone fidate o enti riconosciuti, di effettuare pagamenti in anticipo ed evitare tutte le proposte che sembrano provenire da contesti surreali, anche se sembrano richieste di aiuto o promettono il paradiso.
Una cosa importante e molto utile da fare in questi casi, quando si deve procedere con degli acquisti, sembrerebbe essere quella di non lasciarsi influenzare troppo dalle proprie emozioni. Stando a delle ricerche, infatti, i principali target di queste tipologie di truffe sono coloro che commettono determinati errori nel proprio processo decisionale, e cioè: coloro che magari si lasciano influenzare dall’autorità o dallo status di chi propone un prodotto o coloro che manifestano determinate emozioni, soprattutto positive, all’eventualità di ricevere premi e benefici.
Strategie di marketing improntate alla truffa
Non si tratta di un fenomeno raro o di nicchia, basti pensare al famosissimo brand di benessere Goop, fondato dall’attrice Gwyneth Paltrow, spessissimo oggetto di controversie o addirittura derisioni per i prodotti ridicoli che propone e per le spiegazioni che dà, assolutamente senza alcun supporto scientifico o pratico. Buona parte del suo successo è dovuto all’idea di lusso e glamour che si porta dietro e all’essere fondato da un’attrice bella, famosa e di successo. Se le stesse cose le avesse vendute una persona sconosciuta con un’estetica media e anonima sarebbe probabilmente andata fallita.
Alcuni errori che si commettono nel processo decisionale, inoltre, sono dovuti a specifiche strategie di marketing che vogliono scatenare specifiche reazioni. Un esempio è la strategia chiamata “piede nella porta”, con la quale si chiede ai potenziali clienti (o vittime) impegni minimi e non troppo onerosi, rendendoli mano a mano sempre più complessi e onerosi, dato che le persone che hanno accettato il primo impegno, statisticamente, saranno inclini ad accettare anche i successivi per coerenza, insicurezza o anche senso di colpa.
Un’ulteriore maniera per ridurre i casi di truffa di questa natura sarebbe quella di dare alle persone maggiori mezzi per difendersi prima ancora di cadere nella trappola, e cioè lavorare sull’analfabetismo funzionale. Suddetto obiettivo si potrebbe raggiungere tramite l’aggiornamento di percorsi educativi e tramite il miglioramento della comunicazione anche per coloro che non sono pratici con la tecnologia o con i forestierismi rendendo le informazioni più accessibili.
Nel malaugurato caso in cui ci si ritrovi comunque vittime di truffe online è sempre possibile segnalarle alla Polizia Postale, che interverrà nei modi e nelle misure previste dal caso.
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