Lo scorso 5 dicembre è andato in onda in prima serata su Rai 1 Carla, il biopic sulla vita di Carla Fracci. Il film era stato precedentemente presentato in prima assoluta nelle sale cinematografiche nel mese di novembre. Il biopic si integra perfettamente con la scelta editoriale della Rai: non è la prima volta infatti che la rete si cimenta in un biopic. Il genere permette di fondere cultura e intrattenimento, approfondendo la vita privata di un personaggio e gettando lo sguardo anche sul “dietro le quinte” della sua storia. Così Carla è il film celebrazione dedicato a Carla Fracci, icona e simbolo della danza nel mondo. Il film è così un’evocazione, ma anche un ringraziamento per la lunga carriera dell’étoile del Teatro alla Scala di Milano. Il film è liberamente ispirato all’autobiografia della stessa Fracci Passo dopo passo. La mia storia ed è diretto da Emanuele Imbucci.
La produzione di Carla è stata seguita passo dopo passo dalla stessa ballerina, che ha collaborato alla regia e alla messa in scena accanto al marito Beppe Menegatti. Ciò ha consentito ad Alessandra Mastronardi di confrontarsi direttamente con la protagonista del film. Per lei, ex ginnasta, è stato un lavoro parecchio complesso, soprattutto dal punto di vista fisico. Nonostante l’utilizzo della controfigura per la rappresentazione delle scene di balletto, l’attrice ha dovuto adeguare il fisico alle esigenze del personaggio: leggerezza e forza sono i due attributi più importanti. Carla Fracci era infatti leggera come una libellula, sua fonte d’ispirazione, ma forte e tenace come una leonessa.
Carla, il primo biopic girato all’interno del Teatro alla Scala di Milano
Il Teatro alla Scala è protagonista assoluto del film. Come un quadro rappresenta lo sfondo migliore a una protagonista d’eccezione. Il biopic è infatti ambientato per la maggior parte all’interno del Teatro. Quest’ultimo concede così per la prima volta i suoi spazi per una produzione fiction. Nel segno del ricordo e della celebrazione, l’apertura delle porte del Teatro rievoca una delle figure che più di tutti lo hanno animato. Il Teatro alla Scala è stato per Carla una casa, un punto di riferimento a cui fare ritorno in ogni momento della sua vita. Dopo essersi allontanata per andare a Londra è ritornata per portare in scena il celeberrimo Schiaccianoci, nel ruolo di Giselle. Persino molti anni dopo il termine della carriera, Manuel Legris, il direttore del ballo del Teatro alla Scala, ha invitato Carla Fracci a condurre alcune masterclass sul questo personaggio, che sembrava calzare a pennello alla prima ballerina.
Carla Fracci, la libellula della danza icona di emancipazione e coraggio
“La forza, nelle sfide artistiche dell’étoile e nelle scelte di vita della donna: questo mi chiese di mettere in luce nella mia interpretazione”. Queste le parole di Alessandra Mastronardi, l’attrice italiana chiamata a interpretare da protagonista il ruolo della ballerina. Carla, il simbolo per eccellenza della danza, ripropone nella sua leggerezza e leggiadria lo spirito forte di una donna indipendente, in grado di affermarsi in una società del cambiamento grazie alle sole proprie forze. Figlia di un tramviere e abitante di periferia, Carla Fracci ha una dote naturale per la danza e viene selezionata alle audizioni dell’Accademia del Teatro alla Scala. Così ha inizio la sua lunga carriera nel mondo, fino a danzare accanto a Rudolf Nureyev (interpretato dall’attore Léo Dussollier) nella celeberrima regia de Lo Schiaccianoci. Non soltanto leggerezza dunque. Per essere ballerine occorre avere una straordinaria forza, fisica e d’animo.
Carla è icona di emancipazione e coraggio in un mondo segnato da conflitti e stravolgimenti sociali. Rappresenta il sogno di un’eroina che vince grazie a sforzo individuale, fatica e determinazione. Il film restituisce dettagli del temperamento della ballerina, accanto a immagini oniriche del “dietro le quinte” del Teatro e spezzoni reali di balletti. Carla è una donna tenace, ma al contempo amorevole e affettuosa. Al centro del film vi è infatti la profonda affezione per la famiglia e il suo eterno amore per Beppe Menegatti, regista e compagno di vita della ballerina. In Carla si nota dunque la profonda devozione di una donna verso la sua più importante passione (la danza) e l’eterno affetto verso quelle figure centrali e fondamentali della sua vita, che mai l’hanno abbandonata.
Così il biopic Rai vuole essere una celebrazione e uno stimolo per i giovani spettatori e spettatrici. Invita a inseguire i propri sogni, a raggiungerli con le unghie e con i denti e a non rinunciare mai.