Ebbene sì, nonostante la poca consapevolezza sulla questione, anche da parte dei gruppi più sensibili alla tematica, l’uso di Internet (quindi di tutto quello che vi fa parte) ha una ricaduta sull’ambiente.
L’impronta invisibile di Internet
Quando ci immergiamo nel web, entriamo a contatto con un mondo interamente virtuale. L’impatto delle nuove tecnologie è stato enorme e ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e concepire la realtà che ci circonda. I servizi messi a disposizione da Internet ci hanno permesso di semplificare le nostre vite e diminuire il costo sociale ed economico di molte delle azioni che compiamo quotidianamente. Basta pensare alla velocità di invio di un messaggio e all’efficienza delle piattaforme di comunicazione. Tuttavia, al di là degli aspetti positivi che le nuove tecnologie ci hanno permesso di vivere, spesso non ci si rende conto che queste, per quanto virtuali siano, hanno un impatto diretto sulla realtà esterna. L’uso di Internet non si può limitare alla sola infrastruttura digitale ma ricade inevitabilmente sull’ambiente, sia positivamente che negativamente.
In che modo Internet può inquinare?
Lontano dall’essere un mondo virtuale, Internet si basa su un’infrastruttura fisica composta da cavi, data center e server. Questi elementi sono alla base del funzionamento dei servizi presenti nel mondo digitale e implicano dei costi di mantenimento anche a livello ambientale, in quanto richiedenti energia. L’energia serve per alimentare le macchine e mantenerle in funzionamento, anche attraverso degli impianti di raffreddamento che evitano un eccessivo surriscaldamento delle loro componenti. Come è ben intuibile, gran parte di questa energia proviene da fonti non rinnovabili, andando a incidere ulteriormente sull’ambiente.
Oltre a questi costi “base” dobbiamo aggiungere quelli degli apparecchi che ci permettono di usufruire dei servizi concessi da Internet. Ogni tablet, smartphone e apparecchio elettronico richiede dei costi di produzione e di mantenimento, che si vanno ad aggiungere a quelli di trasporto e spedizione.
Internet: la quarta nazione del mondo
Sommando questi elementi viene fuori un quadro preoccupante. Secondo un articolo del «Corriere della Sera», entro il 2025 il settore IT (Information Technology) produrrà più del 5% del CO2 immesso nell’atmosfera. Ma questo non è tutto, perché già nel 2015 Internet aveva un impatto maggiore dell’aeronautica. Ovviamente ogni sito ha un impatto diverso e Google, con quasi 50.000 ricerche al secondo, è responsabile di oltre il 40% delle emissioni da Internet. Siccome si prevede una maggiore digitalizzazione nel futuro, è chiaro che le percentuali sono destinate ad aumentare, e anche notevolmente. Questo ha portato Internet ad essere soprannominato con l’espressione di “quarta nazione del mondo” perché, stando alle stime, inquinerebbe più del Giappone ma meno dell’India.
In che modo limitare il danno?
Esistono una serie di accorgimenti che permettono un uso più sostenibile di Internet. Parte del potere è nelle mani del singolo utente che, con una maggiore consapevolezza sulla questione, può limitare il suo impatto sull’ambiente. A questo proposito sono stati effettuate molte osservazioni che hanno permesso di stilare una lista delle azioni che potrebbero collidere l’uso frequente di Internet con una maggiore attenzione per l’ambiente. Ecco alcuni consigli:
Comprimere le dimensioni dei documenti inviati tramite e-mail per ridurre il peso del messaggio. Si è calcolato che venti e-mail al giorno inviate da un utente nell’arco di un anno creano le stesse emissioni di CO2 di un’auto che viaggia per 1000 km;
Eliminare regolarmente e-mail che sono state trattate ed eliminare l’iscrizione alle newsletter che non interessano;
Rendere preferiti i siti Web visualizzati regolarmente, in modo da limitare il numero di ricerche necessarie. Ogni ricerca su Google, infatti, causa 0,2 grammi di emissioni di CO2;
Evitare lo streaming video eccessivo. In questo caso il download del file è l’opzione migliore, anche perché una buona fetta dell’inquinamento proviene da questo settore;
Spegnere sempre il computer e scollegare il caricabatteria (in un periodo come questo, un’azione del genere può avere un effetto positivo anche sul portafoglio);
Archiviare i file su un hard disk, preferendoli alle archiviazioni online;
Conservare il più a lungo possibile i dispositivi elettronici.
Cosa possono fare le aziende?
Ovviamente, come succede anche in altri ambiti, per quanto importante esso sia, l’impatto di un singolo utente, soprattutto se isolato, è limitato. Ecco, quindi, che diventa importante che le aziende agiscano in prima persona per risolvere il problema. I grandi protagonisti del settore come Google, Apple, Facebook e Microsoft stanno cercando di affrontare il problema usando energia rinnovabile per il funzionamento dei data center. Ovviamente l’impatto di soggetti come questi è inevitabilmente enorme, data l’importanza delle aziende, e il loro impegno per l’ambiente non può e non deve fermarsi solo a questo aspetto. È importante che anche i materiali usati per la costruzione degli apparecchi digitali siano in linea con un rispetto ambientale maggiore. Questo, oltretutto, può anche avere un risvolto anche a livello umanitario, dato che l’estrazione di questi materiali avviene nelle zone più povere del mondo.
Cosa può fare chi gestisce un sito?
L’impegno può partire anche dalla messa a disposizione di un sito che usi un server che sfrutta energie rinnovabili. Chi, invece, non ha intenzione di cambiarlo può compensare le proprie emissioni iscrivendosi a servizi come CO2 Web, che pianta alberi in base alle emissioni prodotte.
“Puntare all’efficienza e al risparmio energetico riguarda ogni aspetto della tecnologia“, spiega da Londra Andrew Buss, analista della Idc (International Data Corporation), una società mondiale specializzata in market intelligence. “Basti pensare a quei processori che, secondo i compiti che svolgono, ormai spengono autonomamente le parti che non servono. In generale è una di quelle frontiere nelle quali si stanno concentrando le innovazioni più importanti”.
Piccole azioni, grandi risultati
Diventa quindi importante prendere seriamente la questione e agire il prima possibile, diffondendo una maggiore consapevolezza sulla questione. Anche un singolo utente può fare la differenza, basterebbero piccole azioni per raggiungere obiettivi di grande rilevanza e compiere un passo ulteriore verso la creazione di una rete Internet più ecosostenibile. Basta pensare che è stato calcolato che, se gli utenti inglesi evitassero di mandare email non necessarie, questo gesto equivarrebbe a togliere dalla strada oltre 3.300 macchine diesel.