Scrivere qualcosa di vero è la cosa più difficile che esista. Niente di Vero di Veronica Raimo, pubblicato nel febbraio 2022 per Einaudi, parla proprio di questo. Il titolo, che gioca anche con il nome dell’autrice, ci svela che all’interno delle pagine niente sarà vero, ma tutto sarà autentico.
Niente di Vero
Vincitore del Premio Strega Giovani, Niente di Vero è un libro particolare, un memoir dal tono ironico e dissacrante. Seguendo il filo dei ricordi, Veronica Raimo racconta di se stessa, scrive della sua stravagante famiglia e delle dinamiche disfunzionali che la attraversano. La sua casa è un piccolo appartamento dove sorgono continuamente nuovi muri, soppalchi e corridoi, uno spazio mutevole e cangiante, a tratti labirintico e claustrofobico. La madre è una figura onnipresente divorata dall’ansia e dalla paranoia verso i propri figli, mentre il padre è ossessionato dall’igiene e dalle malattie. Il genio precoce del fratello è oggetto di ogni attenzione e cura da parte dei genitori e Veronica, fin dall’infanzia, è condannata a una condizione di sospesa noia.
Il racconto ironico in Niente di Vero
Riecheggiando a tratti una narrazione alla Fleabag, in Niente di Vero Veronica Raimo fa i conti con l’insieme dei difetti dei propri familiari, raccontando senza filtri il disagio che opprime i figli quando non rispecchiano le aspettative dei genitori. Espone le loro stranezze per ironizzarci sopra, trasfigurando il dato biografico, talvolta doloroso, in dinamiche assurde e grottesche, a tratti esilaranti. E nel tentativo di fare a pezzi le loro figure per processarle con la memoria, di sorpassarle, le ritroverà sempre davanti a sé, nitide e inesorabili nel ricordo:
Quando in famiglia nasce uno scrittore, quella famiglia è finita, si dice. In realtà la famiglia se la caverà alla grande, come è sempre stato dall’alba dei tempi, mentre sarà lo scrittore a fare una brutta fine nel tentativo disperato di uccidere madri, padri e fratelli, per poi ritrovarseli inesorabilmente vivi.
Il rifiuto del modello del romanzo di formazione
Leggere la storia di Veronica Raimo è come leggere la storia di tante altre adolescenti che devono fare i conti con quella sfida ingiusta che è la crescita: uno scendere a patti con le proprie origini. Niente di Vero demolisce dall’interno il romanzo di formazione, presenta un racconto totalmente dissacrante dell’adolescenza. La storia della sua formazione è così raccontata senza avvalersi del modello del romanzo di formazione, frantumando quel magma che è il tempo della propria vita in momenti e aspetti differenti. La narrazione infatti non segue una direzione precisa, non scandisce ritmicamente gli anni della giovinezza. Veronica Raimo procede agglutinando macro temi che hanno segnato la sua adolescenza, come la perenne ansia della madre che prevede le numerose morti dei figli, o la paranoica ipocondria del padre.
Priva di veli e di pudori, Veronica Raimo non si tira indietro nemmeno nel mettere su carta i problemi corporali da cui è afflitta, come l’insonnia e la stitichezza, quei problemi che in realtà appartengono a tutti e la cui intimità viene infranta nel momento in cui li racconta con un tono pungente e ironizzante.
La memoria
Filo conduttore di tutto il racconto di Niente di Vero è la memoria. Veronica Raimo racconta:
La maggior parte dei ricordi ci abbandona senza che nemmeno ce ne accorgiamo; per quanto riguarda i restanti, siamo noi a rifilarli di nascosto, a spacciarli in giro, a promuoverli con zelo, venditori porta a porta, imbonitori, in cerca di qualcuno da abbindolare che si abboni alla nostra storia. Scontata, a metà prezzo.
E ancora:
Nella mia famiglia ognuno ha il proprio modo di sabotare la memoria per tornaconto personale. Abbiamo sempre manipolato la verità come se fosse un esercizio di stile, l’espressione più completa della nostra identità.
Il lessico familiare
Il tono dissacrante non esclude però un sottofondo di tenerezza che sottostà a tutta la filigrana narrativa. Veronica Raimo riporta in Niente di Vero anche i dettagli di una vita intima e domestica, come i giochi con cui lei e il fratello ingannano la noia e il bizzarro lessico familiare che scandisce le sue relazioni. Tra le più incisive, senza dubbio, è l’esclamazione “Siamo al paradosso!” che il padre esibisce per esprimere fastidio e malcontento.
L’autrice
Classe 1978, Veronica Raimo è una scrittrice italiana, autrice di diversi romanzi. Oltre a Niente di Vero, Nel 2007 pubblica per minimum fax Il Dolore Secondo Matteo, nel 2013 Tutte le Feste di Domani per Rizzoli, Miden nel 2018 per Mondadori. Nel 2012 scrive la sceneggiatura per La Bella Addormentata di Marco Bellocchio, mentre nel 2019 pubblica per Feltrinelli la raccolta di poesie scritta con Marco Rossari Le Bambinacce. È inoltre traduttrice dall’inglese per diverse case editrici: ha tradotto Ray Bradbury, Francis Scott Fitzgerald, e Octavia E. Butler.