“Wanderlust” è un vocabolo della lingua tedesca che evoca il desiderio di esplorare nuovi orizzonti, oltre i confini del proprio mondo; allude a una forte spinta di crescita personale, mossa dalla volontà di affrontare l’ignoto e superare avventure inaspettate.
È proprio questo il titolo scelto per lo spettacolo andato in scena al Teatro Monsignor Tomasini di Clusone (una località dell’Alta Val Seriana, in provincia di Bergamo) in tre date, tutte sold out: rappresenta sia il tema sia l’essenza di ciò che il gruppo ha voluto portare sul palco, insieme alla necessità di mettersi alla prova e la volontà di divertirsi costruendo qualcosa di bello insieme – i due fil rouges di questo progetto.
Un coro, una band, un corpo di ballo e una squadra di tecnici: ecco i team che hanno portato in scena la storia della piccola principessa e del suo viaggio tra pianeti e ricordi, tra fantasia e realtà. La voce narrante di Angela Fantoni, ideatrice e sognatrice del progetto, ha accompagnato il pubblico in questa avventura, prendendolo per mano e guidandolo in un sentiero di domande e speranze.
“Buon viaggio”
L’avventura di Wanderlust inizia a prendere forma nel settembre 2024, ma l’idea e la progettazione di uno spettacolo musicale nasce molti mesi prima. Ragazzi e ragazze di diverse località della Val Seriana si ritrovano nell’ex scuola materna di San Lorenzo di Rovetta, per studiare e provare insieme le canzoni da portare sul palco in aprile, con un repertorio composto principalmente da brani pop in lingua italiana e inglese: da Life is a Highway a Qualcosa che non c’è, da Try a La cura, passando per Africa, Home, Some nights e molte altre ancora.
Alla guida del coro c’è Davide Baronchelli, il quale si occupa della gestione delle diverse sezioni, nonché, con la preziosa collaborazione di Federico Baronchelli, della creazione delle voci per soprani, contralti, tenori e bassi. Alla conduzione delle ballerine troviamo Asia Ferrari e Ilenia Visciglia, impegnate nell’ideazione delle coreografie e nel coordinamento rispettivamente del gruppo di ballerine più grandi e del gruppo delle ballerine più piccole. È Paolo Ferri, invece, a dirigere la band, con l’aiuto di Andrea Giudici nella scrittura delle parti dei fiati. Infine, come leader della squadra di tecnici troviamo proprio Angela Fantoni, spalleggiata da Marco Scandella.
“E per quanta strada ancora c’è da fare…
Il viaggio inizia in stile country-rock con Life is a Highway, una metafora energica e ottimista della vita: ogni salita e ogni discesa è un’esperienza che ci modella, e la grinta e l’entusiasmo sono il motore e il carburante che ci esortano a vivere con intensità e libertà tutte le avventure del nostro percorso.
Ma è con il secondo brano che arriva l’invito vero e proprio a “lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare”: sulle note di Buon viaggio, la piccola principessa intraprende dunque il suo cammino.
Il primo incontro della protagonista viene addolcito dalla melodia di Esseri umani, una ballata delicata che celebra la forza e la fragilità delle persone. Il messaggio di fondo è tanto banale quanto unico: è la bellezza dell’amore e dell’empatia che ci portano davvero lontano.
La fantasia e la realtà si scontrano in Some nights, brano in cui esplode un conflitto interiore profondo. Tutte quelle notti costellate di desideri e rimpianti danno vita a un quesito che dovremmo porci sempre più spesso: vale la pena lottare per i propri sogni?
È proprio da questa domanda che il cammino riprende: è il senso dell’incompletezza, di Qualcosa che non c’è, che ci sprona a non smettere di sognare e ci incalza ad allenare il nostro sguardo su noi stessi e sul mondo.
E sì, anche chi cerca di vedere solo il sole, prima o poi scopre che inciampare è inevitabile. Ma le note di Try ci rammentano che è proprio la resilienza emotiva la risorsa più preziosa di ciascuno di noi. Essere sensibili vuol dire avere il sale sulle emozioni: ogni caduta può essere tragica e, al contempo, meravigliosamente umana, ed è dal punto più profondo che arriva la spinta per tornare in superficie.
Arriva una bella boccata di aria fresca con Comunque andare, intrisa di determinazione, energia e voglia di scrollarsi di dosso la tristezza, con la leggerezza e il coraggio di chi ha imparato a conoscersi attraverso il dolore.
La melodia di Marooned introduce un classico senza tempo, che unisce suoni esotici e un testo dal sapore onirico. Africa non è tanto un racconto geografico, quanto un’evocazione nostalgica di un luogo lontano e irraggiungibile e dell’amore come forza che attraversa confini.
Il climax arriva con una delle più profonde dichiarazioni d’amore della musica italiana. La cura è una promessa, una poesia in cui l’amore si manifesta non come possesso, ma come dedizione totale, protezione, guarigione, ascolto – tutto ciò che la piccola principessa promette di riservare alla sua incantevole rosa.
È a questo punto del viaggio, mentre risuona Home, che la nostalgia di casa inizia a farsi sentire. È il grido silenzioso di chi, pur essendo lontano, sente che la propria essenza è legata a qualcosa di più grande: le proprie radici.
Come dopo ogni pioggia, si intravede un arcobaleno in fondo alla via: basta questo a riaccendere la luce dentro di noi, la forza intrinseca di affrontare le nostre ombre. Siamo tutti Spiriti del sole e non vediamo l’ora di celebrare la bellezza e l’unicità della vita.
La piccola principessa fa ritorno sul suo pianeta, ma sa che il viaggio non finisce qui. Questo progetto ci ha ricordato quanto sia fondamentale rimanere Giovani wannabe: seppur spesso sopraffatti dal senso di smarrimento, non smettiamo mai di metterci in discussione e di sorprenderci, perché sono proprio le domande il nutrimento dell’anima.
…amerai il finale”
È proprio questo che è stato, per noi, Wanderlust: un nuovo viaggio, una nuova avventura, tante nuove persone che si incontrano e decidono di prendersi per mano e camminare insieme, di condividere storie e, passo dopo passo, di costruire insieme una nuova casa.
“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. E potremmo dire che è il tempo dedicato a questo progetto, che ha reso un insieme di persone diverse e sconosciute tra loro una squadra, che guarda insieme nella stessa direzione. È l’energia che ogni ideatore e capogruppo ha investito nel seguire il suo team, che ci ha aiutato a riscoprire la luce intrinseca in ognuno di noi. È l’amicizia dedicata l’un l’altro, che fa sì che il legame che si è creato non svanisca con la fine di questo viaggio.
Credits
La copertina e le immagini all’interno dell’articolo sono concesse a titolo gratuito da Francesco Zucchelli