Sono passati cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini e quasi cinquanta dalla sua tragica scomparsa ma PPP, come spesso viene evocato usando la triplice P del suo nome, resta un autore molto attuale e molto amato anche dai più giovani. Di Pasolini restano vive le forti argomentazioni di un pensiero assai critico nei confronti della società conformista e resta vivo il ricordo di una vita vissuta fuori dagli schemi.
Proprio in occasione del centenario dalla data di nascita del 5 marzo 1922, le pubblicazioni che riguardano Pasolini si sono moltiplicate, consentendoci di scoprire e riscoprire le sue opere, ma anche gli aspetti più privati del suo carattere, attraverso le testimonianze di coloro che hanno avuto il privilegio di condividerne l’amicizia, come nel caso di Dacia Maraini.
Dacia Maraini
Dacia Maraini fa parte della cosiddetta Generazione degli Anni Trenta, nome sotto il quale rientra un nutrito numero di autori nati nelle prime tre decadi del secolo scorso e a a cui si deve una cospicua produzione editoriale. Proprio come gli altri appartenenti a quella Generazione ispirata, tra cui rientrano anche Alda Merini e Umberto Eco, Dacia Maraini è un’autrice poliedrica e assai prolifica che si è distinta come scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice.
Tra le molte sue opere pubblicate a partire dagli anni Sessanta, ricordiamo il romanzo storico La Lunga Vita di Marianna Ucrià, con cui vinse nel 1990 il Premio Campiello; il romanzo autobiografico Bagheria e la raccolta di racconti Buio, con cui vinse nel 1999 il Premio Strega.
Negli anni Settanta Dacia Maraini è stata tra le fondatrici del Teatro della Maddalena, un teatro gestito da sole donne dove vennero messi in scena alcuni dei suoi testi teatrali di maggior successo, rappresentati in Italia e poi all’estero, come Dialogo di Una Prostituta Con un Suo Cliente e Manifesto del Carcere.
Con il suo ultimo libro intitolato Caro Pier Paolo edito da Neri Pozza, Dacia Maraini ci regala un ritratto intimo di Pasolini con il quale, nell’arco di più di dieci anni, condivise viaggi, esperienze e riflessioni, nel corso di una bella amicizia a tre con Alberto Moravia, all’epoca compagno della scrittrice.
Trentasette lettere all’amico Pasolini
Dacia Maraini immagina di scrivere all’amico Pier Paolo, come se il dialogo tra di loro non si fosse mai interrotto. In queste lettere ricorda esperienze, episodi della quotidianità o momenti di vacanza vissuti insieme. Colpiscono ad esempio i racconti relativi ai viaggi in Africa, che di solito venivano organizzati in occasione delle feste natalizie insieme a un gruppo di amici di cui erano parte anche Alberto Moravia e Maria Callas.
I racconti si susseguono senza un vero ordine cronologico, nella forma di lettere non datate e, talvolta, assumono una dimensione onirica in cui Pasolini torna in vita per dialogare con l’amica.
Oltre ai viaggi, Maraini, racconta anche le discussioni accese sui temi etici, la vita di tutti i giorni e le settimane di lavoro vissute insieme, come nella casa comune di Sabaudia in cui entrambi, Maraini e Pasolini, decisero di dedicarsi alla sceneggiatura del film Il Fiore delle Mille e Una Notte, portandola poi a termine nell’arco di sole due settimane.
Dall’incertezza iniziale a una visione inedita di Pasolini
Nel corso di un’intervista rilasciata a Napoli, in occasione dell’edizione 2022 del Premio Elsa Morante, Maraini ha raccontato l’incertezza iniziale circa l’opportunità di condividere con il pubblico i ricordi dell’amicizia con Pasolini. La decisione sarebbe maturata solo dopo aver sognato l’amico e aver dialogato con lui a proposito di alcuni bei ricordi vissuti insieme:
Caro Pier Paolo, stanotte ti ho sognato. Avevi il solito sorriso dolce e mi dicevi: “Sono qua!”
Dal canto suo, Pasolini non ha mai nascosto i lati oscuri della propria personalità, l’angoscia e la vergogna per la propria sessualità. Talvolta il suo atteggiamento in pubblico è stato volutamente irritante e provocatorio e per questo spesso è stato male interpretato. Maraini su questo scrive all’amico:
[…] eri bravissimo a suscitare collere, irritazioni e reazioni rabbiose. Eri contento quando riuscivi ad accendere furie viscerali e urgenti voglie di vendetta.
Il libro Caro Pier Paolo regala invece al mondo una visione inedita di Pasolini. Emergono tratti di gentilezza e una delicatezza commovente finora quasi del tutto sconosciuti al pubblico. Proprio a proposito del grande pubblico, Maraini scrive in una delle lettere proprio questo:
[…] la gente aveva di te una idea diversa. I più ti vedevano come un uomo rancoroso, rigido, feroce nelle tue indignazioni e nelle tue ire ideologiche. E in parte era vero. […] Eppure nel rapporto con gli amici, nella tua vita privata, eri l’uomo più paziente, docile, mansueto che io abbia mai conosciuto.
Nel libro trovano spazio anche i pensieri e le poesie di Pasolini, dei quali Dacia Maraini fornisce un’interpretazione contestualizzata rispetto agli episodi della vita dell’amico: anche grazie a questo l’Autrice ci consente di intravedere ancora meglio il carattere dell’uomo.
L’amicizia ai tempi della maturità
Maraini nondimeno si rammarica per aver conosciuto Pasolini solo negli anni della sua maturità e di non avere, per questo, mai potuto comprendere alcuni aspetti relativi al passato, né il senso delle ferite dell’animo a cui lui spesso faceva riferimento. Con lo stesso rammarico, continua a interrogarsi sui motivi di una fine tanto cruenta.
Dacia Maraini con il suo libro Caro Pier Paolo, condivide generosamente il ricordo luminoso e consolatorio di un’amicizia vissuta come una grazia lunare e ci regala qualcosa in più dello straordinario scrittore, poeta, regista e intellettuale Pier Paolo Pasolini.
Nasce dunque spontaneo un ringraziamento a Dacia Maraini per aver condiviso ricordi tanto personali, come quelli delle serate romane in cui erano soliti incontrarsi in bar e trattorie, soltanto per il puro piacere di stare insieme lontano dalle luci della ribalta, persone del calibro di Alberto Moravia, Bernardo Bertolucci, Federico Fellini ed Elsa Morante, con cui Pasolini mantenne pure un’intensa relazione di amicizia raccontata in un articolo di Chiara D’Alessandro, pubblicato su Lo Sbuffo, intitolato L’Amore Come Conoscenza: Pasolini e Morante.