Pubblicato per Einaudi nella primavera del 2021, Spatriati è il romanzo con cui Mario Desiati è tornato in libreria dopo cinque anni dal suo ultimo libro, Candore.
Mario Desiati, essere una generazione di mezzo
La Puglia, Berlino, quarant’anni oggi: ciascun elemento del romanzo Spatriati non fa che sprigionare un pulsante autobiografismo dell’autore.
Classe 1977, Mario Desiati è cresciuto a Martina Franca, in Val d’Itria. Lavora nel mondo dell’editoria a partire dai primi anni 2000 e vive tra Roma e Berlino, in cui ha avuto residenza fissa per diversi anni. Scrive per Einaudi dal 2016, anno che coincide con la pubblicazione di Candore, romanzo che descrive con ironia il viaggio del giovane Martino Bux nell’ossessione pornografica.
Come suggerisce la stessa storia personale, Desiati racconta la sua generazione, che vive tra la solidità dei figli degli anni ’60 e l’immediata liquidità dei ventenni di oggi. Una generazione di mezzo, la cui fluidità e i cui ideali sono stati frutto di un lungo iter di consapevolezza. Dichiara lo scrittore a Quotidiano di Puglia:
Il mondo è diverso da quello in cui sono cresciuti i nostri genitori o semplicemente i nostri fratelli maggiori, e i nati tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta sono i primi che hanno dovuto comunque fare una riflessione profonda sulla sostenibilità del pianeta.
Spatriati: perdersi, ma riconoscersi
Tra Martina Franca in Puglia, Milano e Berlino, gli Spatriati, nonché protagonisti del romanzo Francesco Veleno e Claudia Fanelli, affrontano più venti anni della loro vita alla piena ricerca di loro stessi, slegandosi e legandosi in continuazione, perdendosi in un mondo veloce, tra il via vai di persone e di volti, senza mai smettere di amarsi.
Spatriati è una storia d’amore, un amore che va oltre il canone romantico dell’attrazione, oltre il rituale monolitico dell’accoppiamento. Da una parte c’è Francesco Veleno, prima ragazzo, poi uomo radicato nella sua terra ma non conforme ai canoni patriarcali, e per questo insicuro. Dall’altra parte Claudia, sin dall’adolescenza, è consapevole degli schemi del suo paese e subito decide di romperli.
Inizia così un percorso di continua ricerca di se stessi, in cui Claudia vive a Milano e poi a Berlino, mentre Francesco resta nell’immobilismo di Martina Franca. Quando però Francesco decide di partire per raggiungere Claudia, finalmente vivono secondo loro natura.
Spatriati, vagabondi
Spatriètə
(agg. Ramingo, senza meta, interrotto, detto del sonno che si interrompe: u sunnə spatriètə. Anche balordo, irrisolto, allontanato, sparpagliato, disperso, incerto)
Il romanzo è un vero e proprio inno ai vagabondi, agli sparpagliati, ai dispersi. La dispersione di Francesco e Claudia non è che una dispersione non solo fisica: nel racconto emerge una perenne lotta con le proprie radici, con quello che risiede nel non-detto dalle famiglie borghesi, con il conformismo a cui si adegua un intero paese, con la repressione della propria sessualità e con la ricerca ad ogni costo di un’identità ordinaria.
Spatriarsi è una ricerca esistenziale
Il vagabondaggio vissuto da Claudia e Francesco però non si limita a superare la propria terra natia, ma è un’eterna ricerca del sé, che non si consuma in un habitat in cui vivere.
Lo spatriamento dei protagonisti è di carattere esistenziale, una continua insoddisfazione data dall’incapacità, almeno iniziale e particolarmente di Francesco, di scendere a patti con il proprio io. Un io che non è quello dei genitori, del conformismo, del paese pugliese o di Berlino, ma che consta nell’accettazione di impulsi e fragilità. Un io che si vede appagato anche grazie alla capacità dell’altro di accettarlo.
Ed è per questo che la risposta a tale affannosa ricerca non può che essere nell’amore incondizionato che Claudia e Francesco provano per l’altro.
Spatriarsi è andare oltre il patriarcato
Spatriarsi è andare oltre i confini mentali, sessuali, religiosi. È per Desiati un processo di depatriarcalizzazione; ma se Claudia cerca di correggere i costrutti patriarcali sin dal principio, l’uscire fuori da regole interiorizzate è il grande viaggio dell’eroe di Francesco.
Esempio dal dizionario martinese-italiano di Gaetano Marangi: lassə’ apirtə u jaddənèrə e lə jaddinə sə spatrajĕrənə int’ a vəgnə, «lasciò aperto il pollaio e le galline si dispersero nella vigna»
E, come le galline nel pollaio che si disperdono, anche Claudia e Francesco si disperdono nel mondo liquido. In esso l’unica cosa certa è l’incertezza, e l’unico modo di trovare la propria patria è nell’accoglienza da parte dell’altro.
Letteratura italiana, ma in altre lingue
La prosa di Spatriati ha il potere di un’espressività lenta, con cui descrive gli assolati paesaggi pugliesi e le industriali vedute della città di Berlino.
La penna di Desiati potrebbe essere definita quasi classica, se non decidesse di servirsi, ai margini della narrazione, di altre lingue: una su tutte il dialetto della sua terra d’origine. Le note introduttive a ogni parte sono in tedesco e in dialetto martinese, quasi a condensare il significato di quel tratto di storia.
Amore in Puglia vuol dire Sapore
Ed è così, in effetti, che si può toccare con mano la ricchezza della sua narrazione e la personalità del romanzo di Desiati: nonostante tutto, non c’è niente nel romanzo che non rievochi l’amore che l’autore provi per la Puglia.
Lo dimostra il continuo citazionismo nei confronti di grandi autori pugliesi, da Maria Corti a Rina Durante fino al sociologo Franco Cassano non solo all’interno del romanzo, ma anche nella cosiddetta Stanza degli Spiriti. Essa è l’insieme dei “libri che abbiamo letto, i poeti che abbiamo amato, le esperienze che abbiamo avuto, che possono essere demoni o spiriti buoni” nonché “la guida dei personaggi del libro“.
E consta in non scrittori e scrittrici pugliesi, spesso dimenticati e mai ripubblicati, meridionalisti, avanti con i tempi. Questi, seppur sottovoce, sono riusciti a formare generazioni di tutti quei giovanissimi che si sono sentiti spatriati in patria, come Claudia e Francesco.
Spatriati è un romanzo che spinge il lettore prendere il volo, senza però mai smettere di amare il sostegno che hanno dato le proprie radici.
FONTI
M. Desiati, Spatriati, Einaudi, 2021
CREDITS
Immagine di copertina creata da ChatGPT