Robert e Sonia Delaunay: una coppia d’arte

Quando Robert Delaunay e sua moglie, Sonia Terk,  passeggiavano insieme per le strade di Parigi tutti li notavano, ed erano certamente conosciuti in città per il loro stile innovativo, eccentrico che si faceva notare. Frequentavano i bistrot e i café parigini più in voga del momento e certamente non si sono rifiutati di sperimentare ogni avanguardia artistica nel corso della loro vita.

Robert-Victor-Felix Delaunay – questo il suo nome completo – nasce a Parigi nel 1885 ma, a causa del divorzio dei suoi genitori, si trasferisce presto nei pressi di Bourges. Comincia a dipingere molto presto, ammirando la pittura di Gauguin e, quindi, prediligendo uno stile post-impressionista; e già nel 1904, diciannovenne, espone al Salòn D’autumne. E’ tornando nella capitale francese che si avvicina ai pittori dell’avanguardia cubista e già nei suoi dipinti ritraneti la contestata Tour Eiffel egli esibisce questo stile scomposto.
E’ nel 1910 che conosce e sposa la pittrice ucraina Sonia Terk, sua collaboratrice da questo momento in poi in molte sue opere; entra in oltre in contatto con l’ambiente artistico tedesco, unendosi al gruppo Der Blaue Reiter, distaccandosi a poco a poco dal cubismo più canonico.

A Robert infatti piace l’idea della scomposizione, ma non solo dell’oggetto protagonista. Egli pensa che tutta la realtà circostante debba essere scomposta per creare un effetto di simultaneità non soltanto tra le varie facce del soggetto scomposto ma anche dei tempi che lo spettatore e il pubblico impiega per capire e conoscere quella particolare opera. Spazio e Tempo intuitivi che sia avvicinano alla filosofia di Bergson e anticipano di qualche anno le idee del Futurismo. Il parigino, inoltre, differisce dal cubismo tradizionale per il maggiore astrattismo che i suoi quadri cominciano ad avere e per una maggiore ricerca e sensibilità del colore e delle sue sfumature, che nella maggior parte dei suoi dipinti diviene ciò che più colpisce l’occhio, il vero protagonista della sua arte.

Questa corrente a parte, o spin-off pittorico se vogliamo usare termini cinematografici (arte con cui i Delaunay hanno molti contatti) viene chiamata cubismo orfico orfismo, dal mito di Orfeo. La corrente infatti sottolinea una certa musicalità e naturalezza di colori e rappresentazione che, come già si è detto, si distacca dalla corrente “madre”, dai colori molto più cupi e dalla bassa saturazione. Dopo un tentativo (fallito) di affiancarsi ad altre avanguardie, come l’astrattismo e il realismo, Robert torna sui suoi passi continuando a creare quadri nella corrente dell’orfismo e, a causa della seconda guerra mondiale a cui partecipa, muore nel 1941.

L’arte di Robert verrà comunque portata avanti dalla moglie Sonia, che continuerà a vivere da sola trasferendosi a Grasse, sulle Alpi Marittime. La moglie del pittore francese nasce come Sonia Stern a Hradyz’k, in Ucraina, nel 1885 ma già all’età di 5 anni viene adottata dallo zio materno Henry Terk, assumendone quindi il cognome. Lo zio, più ricco dei suoi genitori, la porta a studiare a San Pietroburgo e le fa visitare tutta l’Europa, specialmente in Italia. Nel Bel Paese, Sonia ha infatti modo di avvicinarsi maggiormente all’arte grazie alle visite dei grandi musei. Quando conosce il marito, ne segue l’avanguardia sperimentando ricerche sul colore e sulla sua applicazione, dipingendo opere che fanno delle tonalità naturali e delle sfumature i veri protagonisti. Tuttavia – come vedremo in un articolo a lei dedicato – Sonia si spingerà oltre, verso un’arte applicata. Realizza infatti scenografie e costumi per diversi sceneggiati e prodotti cinematografici ma, soprattutto, diviene stilista, e scrive saggi sull’influenza che l’arte, nel Novecento, ha sulla moda. Muore a Grasse nel 1979, a 94 anni.

FONTI:

Foto: copertina

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.