“Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono”
Già nel 1350 circa Francesco Petrarca aveva riassunto inconsapevolmente con queste parole il movimento poetico che si sta diffondendo a macchia d’olio in Italia e non solo.
Un genere capace di mettere nell’ombra i cantanti neomelodici e di ridicolizzare o quasi, a livello di ascolti, l’Indie pop italiano. Il genere a cui ci riferiamo è la Trap Music.
Essendo un ramo del Rap, la Trap nasce negli Stati Uniti d’America e inizia a svilupparsi in un primo periodo negli stati del sud. Più precisamente ad Atlanta, Georgia, nei primi anni ’90. In un primo momento la Trap Music nasce dall’incontro tra la Miami Bass, un sound elettronico adatto al ballo che caratterizza South Beach, e la Dirty South, ossia il rap che si riferisce agli stati del sud come la Florida.
La parola “trap” deriva dallo slang della strada e si riferisce alle ”Trap House”, appartamenti abbandonati dove gli spacciatori erano soliti cucinare meth, spacciare qualsiasi tipo di stupefacenti e bere Purple Drunk (codeina diluita con Sprite). Si riferisce anche alla parola inglese ”trap”, ovvero trappola, per riferirsi al tunnel della droga visto appunto come un trappola. La droga è dunque un tema ricorrente nella scena trap, a partire dalle sue origini, fino ai temi trattati dai suoi esponenti.
Inizialmente sono pochi i nomi che rappresentano la Trap: Gucci Mane e 2 Chainz sono i primi pionieri di questo genere. Sarà negli anni 2000 che si avrà un piena esplosione di questo movimento e tutti ne vorranno far parte.
Sono due gli strumenti che danno vita a questo genere: la drum machine Roland TR-808 e Auto-Tune. Inoltre su internet, in particolare su Youtube, si possono trovare le istruzioni per creare della trap music. È accessibile a tutti, basta avere un computer. In poche parole, servono una drum machine, un computer, l’autotune e parole. Senza i requisiti specifici da rapper perchè, come detto in precedenza, chiunque può fare Trap.
Con il nuovo millennio si moltiplicano gli artisti, in particolare dal 2010 in poi. Appaiono allora sulla scena musicale artisti come Chief Keef, Migos, Travis Scott, Future, Lil Pump, Young Thug e Rick Ross. L’onda di questo nuovo genere la colgono anche chi in precedenza era nato come rapper. Ma si sa dall’alba dei tempi che il mainstream è un diavolo tentatore. Così rapper come Wiz Khalifa, Lil Wayne, Drake e Riff Raff, per citarne alcuni, si reinventano con la Trap Music e arricchiscono la loro pagina Wikipedia anche con questo genere.
Per quanto riguarda il nostro bel paese invece, il boom si ebbe solo pochi anni fa e degli artisti che ora dominano la scena si sanno solo i nomi e i loro testi. Il sound della trap colpisce tutti, sopratutto i giovani, ed è subito pioggia di Dischi d’oro e di platino. Vale la stessa regola di prima: tutti vogliono prendersi un pezzettino di questo successo e chi prima faceva Hip Hop, rischiando di finire nel dimenticatoio, ora diventa amico o collega di questi giovani artisti. In questo momento in Italia gli artisti più acclamati sono Sfera Ebbasta, con cui Marracash ritorna a produrre, La Dark Polo Gang, che si è vista in compagnia di Guè Pequeno, Rkmi, del quale il primo album è curato ancora da Marracash. Ci sono poi Vegas Jones, che si affida a Don Joe (Club Dogo), Lazza, seguito da Dj Slait (Machete Empire) e Laioung che fa dei featuring con Fabri Fibra e Guè Pequeno, mentre l’acclamato Ghali sta in compagnia di Saviano.
In poche parole i nostri bimbi Trap sono accompagnati dai genitori con un passato Hip Hop. Ma da dove arriva tutto questo clamore sia italiano che oltre oceano? Sicuramente non dai testi, ma dalle basi. Per quanto riguarda i testi, si può dire che si sta vivendo un periodo dove la carenza a livello di contenuto piace di più che un testo ricercato. Il contenuto non ha più la stessa importanza, dal momento che sono le basi ad avere maggior rilievo ed è a queste che si deve tutto questo successo. In questo genere l’accompagnamento è fondamentale. Giovani artisti e soprattutto produttori come Charlie Charles, Sick Luke, Chris Nolan e 333 Mob, sono le menti dietro al successo di questi artisti, tanto da poter farsi valere apparentemente limitandosi a suonare attraverso il computer e abbassando il numero dei bpm.
Un genere nato relativamente da poco, in special modo in Italia, ma che sta già facendo discutere e, allo stesso tempo, sta avendo un successo esagerato tra il pubblico più giovane. Per concludere, ancora con Petrarca,
”e ‘l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno”
L’impressione è che la Trap Music, per come si è presentata al globo, durerà ancora a lungo.