Era lo scorso dicembre. Nel documentario che Lorenzo Jovanotti ha fornito ai fan per raccontare la nascita di Oh Vita! (di cui abbiamo parlato più approfonditamente in questo articolo), ad un certo punto, il cantante di Cortona si reca in un famoso negozio di vinili a Firenze. Una volta entrato viene catturato da un rarissimo disco di Ornella Vanoni, Vinicius de Moraes e Toquinho, prodotto da Sergio Bardotti, che definisce uno degli album più importanti della sua vita: La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria. Incapace di resistergli, lo acquista.
I brani che lo compongono, dieci in tutto, non si possono definire inediti: si tratta infatti di riletture, per l’occasione tradotte in italiano, di diverse musiche brasiliane di bossa nova, scritte da alcuni dei più grandi nomi della musica brasiliana, come Antônio Carlos Jobim e Chico Buarque. In questo modo è più facile accettare il fatto che il lavoro sia stato composto, a detta della stessa Vanoni, in non più di una settimana. Altra caratteristica che lo contraddistingue, coerente a una tale velocità d’esecuzione, è la fluidità e la mescolanza che si percepisce tra un brano e il seguente: sembra quasi che si tratti di una sola session di registrazione, in cui non è facile distinguere l’inizio e la fine delle varie tracce. Unica eccezione, a livello di provenienza delle canzoni, il quinto brano Anema e Core, composto da Salve D’esposito e Tito Manlio nel 1950 e resa celebre, tra le altre, dall’interpretazione di Nilla Pizzi, il quale appartiene alla tradizione napoletana.
Il disco raggiunse il sesto posto delle vendite in Italia e negli anni Ottanta venne ristampato. Come era prassi fare per i 33 giri di successo, vennero estratti alcuni singoli (45 giri): OVR 521 – Senza paura/La rosa spogliata, OVR 522 – Samba della rosa/Semaforo rosso, OVR 523 – La voglia,la pazzia/Un altro addio. Poiché in quasi tutte le canzoni è presente anche il parlato di Vinicius de Moraes, l’album venne pubblicato, in una versione con ulteriori quattro brani, anche in Brasile.
Ascoltarlo nel 2018 è un’esperienza che inizialmente disorienta: la bossa nova è un ritmo a cui non siamo abituati. In Italia, recentemente, forse i Selton hanno proposto qualcosa di simile, raggiungendo però più un apprezzamento della critica (l’album è inserito tra i migliori del 2017 nella speciale classifica di Rolling Stone), che non da parte del pubblico. La delicatezza dell’interpretazione della Vanoni è una perla rara, meritevole di totale attenzione, ma anche di un po’ di pazienza: non proprio due caratteristiche a cui le nuove generazioni sono abituate. Si tratta infatti del classico lavoro da ascoltare preferibilmente in vinile, in cui quei tanto in voga lati A e lati B ti costringono a spostare la puntina molto frequentemente, impedendoti di fare altro nel frattempo. Se si riesce però a compiere il “primo passo”, immergendosi in una realtà così lontana da noi, la fatica viene ripagata.
Il vulnus originale dovuto all’aver ripreso canzoni già esistenti nella tradizione di un altro paese, viene perdonato nel giro di un paio di ascolti. A testimonianza del valore di La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria, nella classifica dei cento dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone, si posiziona al 76° posto.
Tracklist:
Senza paura (Sem medo) – – 3:53
La rosa spogliata (A rosa desfolhada) – 2:50
Samba della Rosa (Samba da rosa) – 2:58
Samba in preludio (Samba em preludio) – 3:46 (Sergio Bardotti – Vinicius de Moraes, Baden Powell de Aquino)
Anema e core – 1:38 (Tito Manlio – Salve D’Esposito)
La voglia la pazzia (Se ela quisesse) – 2:52
Semaforo rosso (Sinal fechado)- 1:55 (Sergio Bardotti – Paulinho da Viola)
Assenza (Ausencia) – 0:30 (Vinicius de Moraes); recitativo
Io so che ti amerò (Eu sei que vou te amar) – 3:52 (Sergio Bardotti – Vinicius de Moraes, Antônio Carlos Jobim)
Un altro addio (Mais um adeus) – 3:47
L’assente (O ausente) (Vinicius de Moraes); recitativo accompagnato con chitarra – 0:58
Accendi una luna nel cielo (Acende uma lua no ceu) – 1:39
Samba per Vinicius (Samba pra Vinicius) – 2:38 (Sergio Bardotti – Chico Buarque de Hollanda, Toquinho)