Dal punto di vista musicale l’Italia si trova davanti a un bivio: indie pop e rock vs. trap. Negli ultimi anni sono emersi parecchi cantanti e gruppi. Questo perché finalmente si dà voce anche ad artisti con meno notorietà. Grazie all’autoproduzione anche chi non ha la possibilità di avere un contratto con le majors può comunque diventare qualcuno e fare conoscere il proprio sound.
È il caso dei Giunto di Cardano, una band pugliese originaria di Foggia, che è in attività dal 2011. Il trio è composto da Giuseppe Colangelo alla voce e alla chitarra, Mariano Cericola al basso e Davide Tappi alla batteria. Come molti gruppi, i Giunto di Cardano hanno iniziato la loro carriera aprendo i concerti di altri artisti. Tra i palchi calcati ci sono quelli de I Cani e degli Zen Circus, due band molto importanti e popolari della scena indie italiana.
Gli inizi dei Giunto di Cardano
Il loro primo album risale al 2017 e si chiama Kadima, un concept album interamente autoprodotto. L’album ha ottenuto abbastanza successo da poterlo suonare in tutta Italia: il tour infatti presentava cento date e, nonostante questo, la band è riuscita a continuare ad aprire i concerti di alcuni artisti (non ribadiremo mai abbastanza l’importanza degli opening acts, ve ne abbiamo parlato qui).
Nel 2018 hanno vinto anche la XXX edizione del Festival musicale Rock Contest, un’iniziativa di Controradio. Successivamente il gruppo è stato selezionato per il Festival internazionale Medimex 2019 di Taranto come gruppo spalla dei Cigarettes After Sex.
Quest’anno hanno inoltre vinto il bando Puglia Sounds Records 2019, ottenendo un finanziamento dalla Regione Puglia per la realizzazione del loro secondo album.
Un album pieno di Caos
Sono passati due anni dal primo lavoro della band e il prossimo 11 ottobre pubblicheranno il loro nuovo album, Caos, questa volta per Santeria Records. Noi de Lo Sbuffo lo abbiamo ascoltato in anteprima e vogliamo condividere con voi il nostro parere.
Diciamo le cose come stanno. L’album suona davvero bene. Presenta toni sperimentali a tratti soft e a tratti rock. Ha uno stile particolare e intenso. Quello dei Giunto di Cardano è il classico album da ascoltare in macchina di notte mentre si sfreccia chissà dove. Ricorda molto lo stile ambient pop dei Cigarettes After Sex e non a caso, come citato prima, hanno aperto un loro concerto.
In tredici tracce, il gruppo espone concetti interiori abbastanza profondi. I brani cercano in ogni modo di entrare in sintonia con l’ascoltatore, connettendosi con lo stesso e cercando di risolvere quel caos interiore che ci affligge tutti i giorni. Ecco la tracklist dell’album:
Amnesia
Dandy
Chiedimi in fondo
Navigli
Drama
Non esisto
Blue
Ritratto del dottor Gachet
Paz!
Non c’è niente come noi
Undici
Questione di meccanica
Induzione
L’assenza
Il tema principale dell’album è l’assenza. Intesa un po’ in tutte le salse: assenza di qualcuno, ma anche di qualcosa. Che sia dal punto di vista amoroso o familiare, l’assenza è qualcosa con cui conviviamo nella nostra quotidianità.
L’album si apre con un brano interamente strumentale, Amnesia. Questa parola indica la perdita della memoria, quindi l’assenza del ricordo. Con la chitarra acustica in sottofondo è come se ci trovassimo in un sogno dove quello che abbiamo vissuto in un determinato periodo della nostra vita all’improvviso svanisce, così, dal nulla.
Seguono poi pezzi più rock e attivi. È il caso di Dandy. In questo brano il cantante, Giuseppe Colangelo, esprime con grinta la possibile ostilità tra due persone che si sono amate, ma tra le quali il sentimento è ora assente.
È come un film lo so,
l’amore incontra la violenza,
sembra un limite, un limite che vorrei…
Ehi tu, riusciremo a odiarci,
perché mi userai.
L’assenza non porta sempre a qualcosa di spiacevole. Certo, a volte fa provare rabbia, ma fa rivivere anche i momenti belli ormai passati. È proprio di questo che si parla in Chiedimi in fondo.
Le storie in cui non ci sei,
forse mi perdo nel tuo odore.
[…] E poi giurami che siamo complici,
più di quello che noi già siamo stati.
[…] Prendi il tempo che sai,
se vuoi vivo dentro di te,
cerca dentro il tuo caos
perché vedi non ci lasceremo mai.
Come si dice: “Se ami qualcuno lascialo libero”. A volte il destino ci mette davanti a tanti bivi, che ci costringono a prendere la decisione più giusta ma anche quella più triste. In Navigli l’assenza viene raccontata in questo modo.
Migliorerei per noi, aspettami.
Forse non mi vedrai, forse non ci odiamo più.
[…] Perché tu non lo sai quel che vuoi è ciò che meriti.
Gli interrogativi
Una conseguenza dell’assenza è il chiedersi perché si è arrivati fino a quel determinato punto. Dopo tanto tempo una persona la si conosce in ogni peculiarità e proprio per questo, quando c’è qualcosa che non va, ci chiediamo il motivo, e soprattutto da cosa derivi il cambiamento. Ed ecco Questione di Meccanica.
Sempre connessi e mai presenti,
forse una forma di ubiquità.
[…] Cos’è cambiato ormai? Cos’è cambiato mai?
Finché incontro la tua meccanica.
Così com’è iniziato, così l’album finisce. Induzione è un brano malinconico che fa pensare al fatto che, nonostante la mancanza e la rabbia che si prova per una persona che è andata via, non la si riesce a odiare. In un modo o nell’altro, cancellare un ricordo è quasi impossibile.
Brindo come se fossi un po’ qui con me,
tra i frammenti che io ho e lo so, è polvere.
[…] Sai che un cuore non muore, sei così vivo in me, siedi dove credi.
Vinco qui per te, sembrerò induzione.
Ciò che senti io vivrò e lo so, è ordine.
Penso come distorcere, il tuo nome non vorrei.
Se questa band foggiana vi ha incuriositi potete intanto ascoltare il primo singolo estratto dal nuovo album, Ritratto del dottor Gachet, che prende il nome dall’opera di Vincent Van Gogh.
Il Ritratto del Dottor Gachet è la manifestazione di un tormento, dove le perdizioni della mente prendono il sopravvento sulla percezione della realtà. Come disse Van Gogh della propria opera, ‘l’espressione disillusa del nostro tempo’.
Se consideriamo che è il secondo lavoro della band, l’album è molto personale e confidenziale. I Giunto di Cardano sanno quello che vogliono e, come molti artisti emergenti, ce la stanno mettendo tutta. Nonostante siano agli esordi mostrano già quella professionalità che può mettere a tacere anche l’artista con più esperienza.
Speriamo che con il loro Caos possano arrivare lontani. Noi siamo fiduciosi.
Materiale gentilmente fornito da Fleisch Agency
Copertina e immagini gentilmente fornite da Fleisch Agency