Il DPCM di Natale: certezze, dubbi e immancabili polemiche

L’ormai consueta conferenza stampa di Giuseppe Conte ha annunciato, in diretta, il contenuto dell’ultimo dpcm (Decreto del presidente del Consiglio) valido per Natale e le festività. La divisione regionale per colori, giallo arancione e rosso, permane, anche se l’intento è quella di rendere tutte gialle a ridosso delle festività.  A partire dal 4 di dicembre gli esercizi commerciali potranno estendere l’orario di apertura fino alle 21, restano però limitazioni sui centri commerciali: nei giorni festivi e prefestivi restano chiusi, eccezion fatta per alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccherie, edicole e vivai.

Dal 21 dicembre fino al 6 gennaio ci sarà il divieto di spostamento da una regione all’altra, unica eccezione prevista riguarda il rientro nel domicilio. Nelle giornate di Natale e Santo Stefano, altrimenti detti 25 e 26 dicembre, il divieto riguarda anche lo spostamento tra comuni. Per necessità lavorative invece si potrà andare ovunque. Resta invariato il coprifuoco, dalle 22 alle 5 del mattino (prorogato alle 7 per Capodanno). Restano chiuse le scuole e gli impianti sciistici, almeno fino al 6 gennaio.

Dopo mesi di solitudine forzata, temporanea sospensione della libertà di uscire di casa per andare a incontrare un amico che non sia congiunto, il Natale porta con sé il dono della riapertura. L’amico è meglio se continui a vederlo attraverso Zoom, però sei libero di andare in un negozio fino alle 21 di sera alla ricerca del regalo perfetto. Lo scambio effettivo dei doni è rimandato a data da destinarsi, l’importante però è comprare. D’altronde “se non compriamo non siamo”, cardine del volume intitolato “Consumo dunque sono” di Z. Bauman, celebre sociologo polacco (deceduto nel 2017).

 

La ripresa dei consumi sembra essere il principale sbocco di questa ritrovata libertà, seppur sempre parziale. Numerosi dovrebbero essere gli interrogativi su che tipo di società abbiamo costruito se il concetto di libertà può essere riassunto nella corsa allo shopping. La “rinascita collettiva è diventata comprare cose”, come scrive molto bene Daniela Ranieri nelle colonne del Fatto Quotidiano.

Incertezza parola dell’anno

Incertezza è il termine che potrebbe riassumere perfettamente questo 2020, finalmente agli sgoccioli. Se c’è una cosa chiara però è la seguente: se s’incontreranno molte persone, al chiuso, i contagi aumenteranno, senza se e senza ma. Il punto dunque è semplice: come impedirlo anche durante le imminenti festività?

Il caos ha caratterizzato la comunicazione in questi mesi, costante è sempre stato l’appello al buonsenso rivolto ai cittadini. Non poteva non essere altrimenti anche in occasione di queste feste, tradizionalmente momento di ritrovo per intere famiglie. Studi psicologici hanno evidenziato come l’uomo sia propenso a infrangere le regole quando viene posto il divieto di fare qualcosa. Si tratta della reattanza, un meccanismo psicologico inconscio che si scatena quando l’individuo in questione vede limitarsi la propria autonomia decisionale.

Contare sul buonsenso civile non equivale però ad una sostanziale paresi governativa. Il buonsenso si coltiva quotidianamente, non è una dote innata, una cosa che c’è o non c’è. Le scelte individuali in un contesto emergenziale come quello attuale dipendono da una campagna di informazione chiara a tutti e non contraddittoria. Esattamente quello che non si è verificato in questi mesi, caratterizzati da un bombardamento di informazioni provenienti da ogni fronte e senza nessun fondamento scientifico.

Polemiche stagionali: dalla spiaggia allo sci

Il nuovo dpcm sarà in vigore fino al 15 gennaio 2021, le prime variazioni però saranno successive già all’Epifania. Dal 7 gennaio infatti ci sarà l’attesa riapertura a tutti degli impianti sciistici e il ritorno a scuola di una parte degli studenti (fino al 75% in una classe).

Al momento le piste da sci restano aperte solo in minima parte e per consentire agli atleti professionisti (“e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale”, precisa la bozza) la preparazione per competizioni nazionali e internazionali.

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Molti addetti ai lavori invocavano con forza una riapertura per le festività natalizie. Con lavoratori non si intende solo chi lavora effettivamente in un impianto sciistico ma tutto l’indotto economico che ne consegue. Il discorso non si discosta poi troppo dalla riapertura degli impianti balneari la scorsa estate, con il risultato che è poi stato sotto gli occhi di tutti. Tra costumi e mojito gli italiani perdono il buonsenso, è risaputo. Francamente inutili però le polemiche moraliste provenienti da ogni penna d’Italia, in grado solo di alimentare un odio tra chi vede lo sci come un “passatempo da ricchi” e chi con lo sci ci mangia.

Fonti:

Daniela Ranieri, Natale, la rinascita collettiva è diventata “comprare cose”. Le file in centro e i mall pieni, Il fatto Quotidiano, 4 dicembre 2020.

Stephen Reicher, Come ottenere il meglio dalle persone, Internazionale 1387, pp. 24 – 25

www.repubblica.it

www.ilpost.it

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