Da quando è stato istituto nel 2010, il Museo del Novecento di Milano si è imposto da subito come il principale contesto espositivo milanese dell’arte novecentesca italiana. Le sale in cui si articola sviluppano un percorso coerente e cronologico su tre piani e vantano una collezione di opere inedite. Dagli apripista dell’arte contemporanea, come Picasso, Braque, Klee e i Futuristi milanesi si passa poi per Modigliani, De Chirico, Depero e Morandi. Seguono i grandi nomi del secondo ‘900, come Burri e Vedova. Infine si palesa l’intera sala dedicata al Neon di Fontana con vista Duomo, fino ad arrivare ai grandi gruppi sperimentali dell’arte programmatico-cinetica di Dadamaino e Azimuth con i lavori di Castellani e Bonalumi.
La lista è assai lunga, ma basterebbero questi pochi – ma monumentali – nomi per sottolineare senza troppi giri di parole l’importanza che il Museo del Novecento riveste. Costituisce così il principale polo di aggregazione e condensazione dei capolavori che hanno fatto la storia dell’arte del “Secolo Breve”, per usare una fortunata espressione di Hobsbawm. In questo senso, l’istituzione museale dell’Arengario ha sviluppato negli ultimi dieci anni un’attività espositiva e di curatela davvero ammirevole, fondata sulla promozione di un immenso patrimonio artistico che attraversa tutto il ‘900.
“NovecentoPiùCento”
E non finisce qui. L’istituzione museale infatti, a distanza di un decennio dalla sua inaugurazione, ha deciso di ampliare gli spazi espositivi. La sua intenzione è quella di acquisire anche il “secondo Arengario”, progettato negli anni ’30, che fiancheggia quello in cui attualmente espone il museo, affacciandosi su piazza del Duomo.
L’idea è quella di realizzare un complesso espositivo unico e integrato, che sviluppi nei due arengari un percorso d’esposizione. Al secondo Arengario è dunque destinato l’allestimento di opere d’arte contemporanea strictu sensu, ossia a partire dagli anni ‘2000. Insomma, finalmente un progetto museale che si pone l’obiettivo di valorizzare e far conoscere gli artisti del nostro tempo. Il Museo del Novecento dimostra così lungimiranza e si pone, ancora una volta, all’avanguardia nel settore museale milanese, e non solo.
Proprio in tal senso, il Comune di Milano, lo scorso 22 dicembre, ha annunciato l’emissione di bando internazionale con scadenza a fine febbraio rivolto ad architetti e ingegneri. L’obiettivo di lavorazione è indirizzato a “risolvere il passaggio tra i due edifici, a progettare una struttura di collegamento aereo tipo passerella” al fine di annettere i due “arengari”. Ne consegue così la forma finale di “un unico grande complesso espositivo dedicato alle arti moderne e contemporanee”, anche se, eventualmente, è possibile “studiare una variante progettuale che non preveda collegamento fisico”.
Che sia l’avvento di nuovo elemento iconico della città?
Possibili scenari
C’è stato già chi, in forma puramente ipotetica, ha pensato alle possibili soluzioni architettoniche per collegare i due arengari. La questione, infatti, non è soltanto di allargare gli spazi espositivi, promuovendo un’offerta artistica notevole, ma riguarda anzitutto una sensibile questione architettonica, paesaggistica e urbanistica. Com’è infatti possibile annettere i due edifici senza smaccare il paesaggio urbano a cui presta la vista?
È a questo compito che sono chiamati i progettisti, architetti e ingegneri che parteciperanno al progetto in concorso. Proprio come espressamente richiesto nel bando, in cui si chiede di studiare le soluzioni “in modo da preservare la continuità fisica e assicurare la migliore condizione possibile di continuità visiva tra la Galleria Vittorio Emanuele II e Piazza Diaz.”
Le ipotesi di Urbanfile
Tra le possibili soluzioni architettoniche spicca quella del blog milanese Urbanfile, specializzato in urbanistica, rendering urbani ed elaborazioni grafiche, con particolare attenzione per la realtà milanese. E tra le sue elaborazioni grafiche, recentemente ha avanzato diverse soluzioni, assolutamente ipotetiche e indicative, sui possibili scenari di collegamento dei due edifici del prossimo Museo del Novecento. Nello specifico, con riserve su eventuali collegamenti sotterranei, il blog si è focalizzato sulla soluzione “passerella area”, elaborando 4 diversi rendering.
Le soluzioni sono tra le più fantasiose, certamente interessanti e affascinanti, anche se sarà strettamente necessario prestare un’attenzione specifica e rigorosa alla componente paesaggistico-urbana. Come ha scritto il blog “bisognerà trovare il modo più adatto per non intervenire con arroganza”. Gli approcci sono quindi diversi. Dalla soluzione più lineare, costituita da una semplice passerella in vetro di dimensione cilindrica, alla più arrogante, come la doppia passerella intrecciata a X. Fino ad arrivare a quella forse più sinuosa ed elegante, rappresentata da una passerella cilindrica in vetro che crea una curva sinuosa a scendere verso il secondo edificio. Sono queste le proposte di Urbanfile.
CREDITS
Fontana “Neon per la IX Triennale di Milano” (1951) – foto scattata dall’autore
Rendering Urbafile: immagini gentilmente fornite da Urbanfile