Nella mia mente non s’alza
un soffio, nè uno sbadiglio: è il nulla.
Gravi le uggie, i malori s’avvinghiano
al collo, pare sfinito;
è il solito ronzio.
Sospetti nel dormiveglia; rimasugli
d’una scomoda brodaglia
informe, gracchiare d’un animale;
non m’alzo più, poi il silenzio.
Fuori s’ode un fruscio, forse un
avido felino, un cane qualsiasi.
E’ la morte del movimento,
tutto è bianco, tutto è.