Di cosa parliamo quando parliamo di rivoluzione seriale

Ormai è una cosa di cui si parla sempre di più, la rivoluzione seriale. Ma cos’è? E perché ce ne era bisogno? La tv come mezzo comunicativo è utilizzato da sempre, fin dalla sua scoperta. È stata usata per favorire l’alfabetizzazione delle masse, per mettere in contatto il popolo con il mondo della politica o della società, o per fornirgli svago e distrazione. E qui andiamo da quiz o spettacolini vari alle serie tv.

Le prime serie tv

Quando le prime serie tv uscirono, ma lo stesso discorso vale per i primi trent’anni di questa giovane arte, non esisteva un dibattito artistico o culturale intorno ad esse. La tv non era un medium di riferimento per la classe colta ed intellettuale e quindi le serie tv non si rivolgevano a loro, motivo per il quale non vi fu sopra una riflessione esterna fino a quando queste classi non iniziarono a scoprirne l’esistenza. Durante questa lunga fase di gestazione, la tv era la sorella minore del cinema. Una serie era composta da episodi che in realtà erano piccoli film quasi indipendenti, dove a fine puntata tutto tornava alla situazione iniziale. La struttura Simpsons, per fare un esempio. Queste erano le serie in cui esisteva unicamente la narrazione “verticale”. Altre,  a narrazione “orizzontale”, in cui la storia si dipanava fra episodio ed episodio in un’unico racconto, erano di meno. Per vedere una rivoluzione albeggiare all’interno del mondo delle serie tv bisogna arrivare agli anni ’90.

X-Files

Tre le serie da cui traiamo importanti dati e spunti di riflessione: X-Files, ER e FriendsLe prime due rientrano nel genere drama, la seconda nelle comedy, per cui varranno discorsi leggermente separati. X-Files fu la prima serie tv ad intuire che le due narrazioni potevano “sciogliersi” attivamente l’una dentro l’altra. C’erano già state serie la cui struttura vedeva un nucleo narrativo risolversi ad ogni episodio e poi due minuti finali dedicati allo svilupparsi della trama orizzontale, ma le due rimanevano separate, in due compartimenti indipendenti. La rivoluzione avviene tramite un dettaglio: sono le stesse trame verticali a dare gli spunti per lo sviluppo di una trama orizzontale. Alla fine del primo episodio di X-Files i due detective hanno risolto il loro primo caso insieme ma Mulder (personaggio della serie, agente speciale dell’FBI fermamente convinto dell’esistenza degli extraterrestri e di una cospirazione governativa) non è convinto che sia stato risolto in via definitiva. Alla fine si vedono quindi degli agenti governativi che nascondono prove relative al caso. Capiamo immediatamente che, seppure quel caso non verrà più riaperto e la sua narrazione è chiusa, avrà conseguenze dirette sullo sviluppo successivo e sul tessersi delle vicende.

ER e Friends

ER invece muove su un altro piano: la trama è a struttura orizzontale ma ogni caso e nucleo di racconto avrà le sue conseguenze sui personaggi, in uno sviluppo continuo, offrendo quindi un panorama di incastri fra questi sempre leggermente diverso seppure nello stesso ambiente chiuso dell’ospedale. Inoltre la narrazione hospital ha una sua particolarità: è l’unica a non avere un riferimento culturale o cinematografico. Il discorso per Friends è ancora diverso: le comedy mantengono quasi tutt’ora la struttura Simpsons ma ciò che le ha rivoluzionate è stata la creazione di una “comicità interna“, ossia una comicità che può essere capita solo da chi guarda la serie, poiché fa riferimento ad eventi passati, cose successe ai personaggi o alle loro relazioni interne.

Lost e How I Met Your Mother

Questi filoni si evolveranno nei quindici anni a seguire arrivando al 2004, dove vediamo uscire le due serie che dimostreranno che il percorso di rivoluzione e di indipendenza dal cinema e dagli altri mezzi è ormai compiuto: Lost How I Met Your Mother. La prima continua lo “scioglimento” delle narrazioni arrivando a nuovi entusiasmanti risultati: nuclei più o meno lunghi che si intrecciano fra di loro, personaggi che scompaiono e tornano, personaggi che da protagonisti diventano quasi comparse, cambiamenti del punto di vista ed altro. Tutti escamotages che sfruttano quanto di più importanti la tv mette a disposizione: l’estesa durata. Se una serie tv è un storia in 10 o 15 ore, un film è una storia in 2 ore. Questa differenza di tempo può rendere le due storie differenti alla base, geneticamente diverse? Sì, ed è ciò che che questi anni hanno saputo dimostrare. How I Met Your Mother continua la lezione presente in nuce in Friends e ancor più in Scrubs e ne fa il segno distintivo, creando una comedy capace di legare lo spettatore ai personaggi come poche altre hanno saputo fare.

L’epoca d’oro

Da allora le cose sono cambiate molto. La tv ha sviluppato il proprio linguaggio andandone a cercare le potenzialità più nascoste e sotterranee, rendendosi un mezzo veramente indipendente e punto di riferimento per grandi artisti provenienti dai più vari ambiti del mondo dell’arte. Negli ultimi anni sono state fatte serie tv senza un protagonista, serie in cui si alternano esplicitamente i punti di vista, altre dove ogni puntata appartiene ad un genere diverso e così via. Quella che era una differenza nel monte di ore è diventata un immenso stimolo alla riflessione artistica che ci sta regalando prodotti ed opere incredibili e che ci permettono di dire, senza ombra di dubbio, che viviamo nell’epoca d’oro delle serie tv.

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