Due baci, prima del primo sole

Che malinconia.
Che malinconia, sapere che quell’uomo non poteva concedersi a lei completamente.
Mai.
Il tempo di una carezza,
uno scrutarsi le pupille,
un abbraccio
un bacio
altri due, prima del primo sole.
Ma lei desiderava sempre che quel giorno fosse tre inverni.
Che quella carezza fosse eterna.
Che quel bacio fosse uno scambio equo di ossigeno a sufficienza per sopravvivere.
Lei desiderava che quel dannato scrittore
fosse l’isola sulla quale lei potesse tornare sempre.
E lei sempre avrebbe attraversato il mare per lui,
purché lui l’attendesse, a braccia aperte.
Qualche volta lui bramava dal desiderio di averla con sé, in quelle notti
in cui rileggere una vecchia lettera scritta da lei non sarebbe bastato.
Attraversava il mare con una piccola barca a remi, qualche notte.
Lei illuminava il ‘’sentiero’’ con il faro sulla sua spiaggia,
e lui, lo scrittore matto, si faceva largo con i remi
tra milioni e miliardi di metri cubi d’acqua, ansimando e sgomentando .

Lei era lontana.                                                                                                                                                                                                                                              

Ma mai abbastanza.

Erano sempre cosi, vicini.

Lei era l’onda del suo mare.

Lui era l’onda del suo mare.

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