“Suffragette”, la lotta per i diritti civili delle donne

Suffragette è un film del 2015 della regista Sarah Gavron e della sceneggiatrice Abi Morgan, che racconta la lotta delle donne per il diritto di voto nei primi anni del Novecento.  Il tema principale sono naturalmente i diritti civili delle donne, ma vengono trattati anche argomenti altrettanto importanti come il lavoro minorile, i diritti dei carcerati, dei lavoratori e quelli dei manifestanti. Alcune scene del film sono state girate nel Palazzo di Westminster, sede del Parlamento del Regno Unito.
La vicenda è ambientata a Londra nel 1912, Maud Watts (Carey Mulligan) lavora in una lavanderia da quando aveva sette anni in condizioni di sfruttamento, abuso e rischio per la salute. Dipingendo un ritratto della situazione dei lavoratori nelle lavanderie londinesi e la giovanissima età di alcune dipendenti, il film parla dei diritti dei lavoratori e dei bambini. Nonostante la povertà e la difficile condizione sociale, la protagonista si è guadagnata un ruolo di tutto rispetto nella lavanderia e si è sposata con Sonny, con il quale ha avuto il piccolo George.
Maud entra in contatto con le suffragette sul luogo di lavoro e gradualmente si appassiona alla lotta delle femministe, soprattutto grazie alla collega Violet. Maud si appassiona al femminismo al fianco di Edith Ellyn (interpretata dalla bellissima e celebre Helena Bonham Carter), una farmacista locale che gestisce con il marito una base segreta delle suffragette, e Alice, un’attivista dell’alta borghesia. La lotta per i diritti delle donne si è svolta attraverso azioni violente da parte di entrambe le fazioni: le femministe hanno dovuto intraprendere azioni radicali e violente di disobbedienza civile perché era l’unico modo per ottenere l’attenzione dello stato, le autorità hanno attuato una politica di repressione che viola i diritti fondamentali dell’uomo. La polizia ha per esempio attaccato le manifestanti indifese, le detenute in prigione vengono sottoposte a torture. La società inoltre isola e diffama le suffragette, infatti Maud perderà il figlio e il lavoro per i propri ideali.
Ciò che colpisce non sono solo le leggi incivili che limitavano la libertà delle donne, ma anche la mentalità con cui i mariti si approcciano alle consorti: un uomo si sente in dovere non solo di difendere la moglie, ma anche di decidere circa tutto ciò che riguarda la sua vita, perciò il marito di Edith si sente legittimato a rinchiudere la farmacista in un armadio per impedirle di partecipare ad un’azione politica, come se la donna fosse una sua proprietà. Un marito ha inoltre il diritto di cacciare la moglie  di casa se lo desidera e di privarla del figlio, su cui una madre non può esercitare alcun diritto.
Le suffragette al cinema sono state rappresentate soprattutto nel film di Mary Poppins, perciò i più le associano all’immagine che tale film diffonde di loro, dipingendole come delle simpatiche borghesi che si riuniscono per bere il tè e sfilano sorridenti per le strade di Londra. In verità le suffragette erano misere operaie sfruttate e abusate, che non avevano nulla da perdere e pertanto erano disposte a tutto per affermare i propri diritti; il film racconta egregiamente la reale condizione di queste eroine della storia. Abi Morgan scava nei diari e negli archivi alla ricerca di donne e ragazze che hanno rinunciato alla propria posizione sociale per la lotta, oppure di persone come Emily Davison, che hanno sacrificato la propria vita sotto il cavallo di re Giorgio V per attirare l’attenzione dei media (alcuni tuttavia sospettano che, differentemente da quanto racconta il film, la morte della donna sia stato un incidente, perchè nella tasca del suo cappotto era presente un biglietto per tornare a casa). Emily Davison è un personaggio del film, al termine del quale compaiono alcune scene del suo funerale. La sceneggiatrice si racconta, rivelando alcune preziose informazioni sulla ricerca che ha preceduto la scrittura dell’opera: “Non c’erano molti documenti scritti dalle suffragette perché la maggior parte di loro erano analfabete e non avevano nemmeno il tempo per imparare a scrivere”.
Nella storia di Maud compaiono dei personaggi storici: la professionista di arti marziali Edith Garrud, che nel 1913 organizzò dei corsi simpaticamente chiamati suffrajitsu per insegnare alle suffragette a difendersi con il jujitsu dai poliziotti, fusa con il personaggio di un’altra femminista realmente esistita, Edith New, una delle prime a compiere atti di disobbedienza civile, Compare inoltre Emmeline Pankhurst, interpretata dalla divina Meryl Streep anche se si tratta di un ruolo secondario, fondatrice nel 1903 e leader del WSPU e una delle più note e importante figure del movimento suffragista. Le due donne sono state interpretate da due star del cinema pur non essendo le protagoniste e compaiono sulla locandina del film; probabilmente le autrici hanno voluto mettere in risalto tali personaggi proprio attraverso la scelta di attrici illustri.
Il film termina con l’elenco in cui tutti gli stati del mondo hanno adottato il suffragio universale maschile e femminile.

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