Suspiria, un film firmato Luca Guadagnino, ha inaugurato il 2019 raccogliendo critiche e forti perplessità.
Remake dell’omonimo Suspiria di Dario Argento (1977), il nuovo lavoro dell’ormai regista internazionale, tenta di omaggiare il più grande maestro dell’ horror intraprendendo una sfida più che mai ardua e ambiziosa.
In effetti il film originale è un vero capolavoro, apprezzato dal panorama mondiale per l’inconfondibile stile autoriale visibile nei contrasti cromatici, nella suspense incalzante dovuta alla scelta del progressive rock dei Goblin, e soprattutto per la ferocia di Argento, capace di raccontare le paranoie di personaggi dovute a eventi apparentemente inspiegabili. In breve la trama: Susy Benner è una studentessa americana che decide di perfezionare la sua tecnica iscrivendosi alla scuola di danza di Friburgo, nota per il suo prestigio. All’arrivo viene accolta da una strana calma nonostante l’inspiegabile morte di una delle studentesse, cui seguiranno una serie di scomparse e avvenimenti anch’essi inquietanti e privi di senso; la noncuranza degli insegnanti contrasta con la crescente agitazione di Susy, che cercherà in tutti i modi di sciogliere il mistero che avvolge la scuola.
L’audacia di Guadagnino, conscio del rischio, è lodabile, dunque il disgusto declamato dai critici è inaccettabile davanti allo sforzo titanico sostenuto. Nonostante questo la tiepida e poco soddisfacente accoglienza del pubblico non sembra che confermare i primi commenti avanzati dalla critica.
Da tenere in considerazione le alte aspettative dopo il successo di Call Me By Your Name che si erano create attorno alla figura di Guadagnino. Quando sembrava emergere un regista fino a quel momento considerato strano, troppo particolare ecco che inciampa nuovamente in eccessivi enigmi ottenendo solamente un ambizioso remake mal riuscito.