Buone feste, Banksy!

Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere.

In questo modo, Banksy si presenta compiutamente. L’artista inglese, dal volt o nascosto, nasce a Bristol nel 1974 ed è considerato uno delle maggiori personalità dell’arte di strada. Il termine più conosciuto come ‘street art’ si riferisce a tutte quelle forme di arte che si sviluppano e si rivelano in luoghi pubblici, spesso illecitamente. I muri imbrattati da bombolette spray ne sono la peculiarità principale.

Banksy è l’artista di strada per eccellenza. E su questo non vi è dubbio. Raramente non si conosce il suo nome e le sue opere più famose. Quello che, però, non tutti sanno è che il suo ingegno ha fatto molto parlare, proprio perché lui stesso non cessa mai di comunicare il ‘proibito’. Immagine scomode, satiriche e sarcastiche costellano la sua produzione, che non cede mai alla banalità.

In questo Natale appena passato, l’artista inglese ha sbalordito ancora una volta. Anzi due.

God bless Birmingham è il suo ultimo murales, e la sua storia ha dello straordinario. In una strada trafficata della città inglese, per l’appunto, il senzatetto Ryan occupa quotidianamente una semplice panchina in legno, scelta dallo stesso Banksy come base per realizzare il suo imminente capolavoro.

God bless Birmingham

Nei venti minuti in cui abbiamo filmato Ryan su questa panchina, i passanti gli hanno dato una bevanda calda, due barrette di cioccolato e un accendino, senza che lui abbia chiesto nulla

ha scritto l’artista sul suo profilo Instagram, pubblicando un breve video che svela la magia.

Man mano che l’inquadratura si allarga si scorge il prodigio. Due renne bianche, dipinte su un muro di mattoni e legate illusoriamente alla panchina – trasformata quindi in una slitta – guiderebbero lo sguardo verso il cielo, proprio lassù dove Babbo Natale sfreccia la notte del 24 dicembre. In pochissimi secondi, si vuole mostrare ciò che normalmente si eviterebbe come la peste.

La magia del Natale è in grado di fare qualsiasi cosa e, per un momento, anche di cancellare ciò che purtroppo è un dato di fatto. In questo modo, Banksy ha voluto omaggiare la misera vita dei clochard, lanciando un messaggio di pace che potesse strappare un sorriso a chi non ha più la forza di farlo.

La cicatrice di Betlemme

Il suo immenso estro, in questo freddo Natale, non si è di certo fermato qua.

In una lontana Betlemme appare la sua ultima genialata. La scena rappresentata – all’ingresso del Walled-Off Hotel, hotel voluto dallo stesso artista ed inaugurato nel 2017 – alluderebbe alla conosciutissima Natività. Giuseppe, Maria e Gesù Bambino, circondati da bue e asinello. Ciò che irrompe sulla visuale è la scenografia. I personaggi, infatti, sono posti ai piedi di un muro trafitto da un immaginario sparo che crea un perfetto buco circolare. Un pugno nello stomaco.

La cicatrice di Betlemme è il suo titolo.

 

Una cicatrice della vergogna. Una cicatrice che dovrebbe suscitare vergogna in tutti quelli che sostengono il muro e l’occupazione della Territori Palestinesi da parte di Israele. È un modo formidabile e diverso di parlare di Betlemme, per spingere la gente a riflettere di più sul modo in cui viviamo qui.

Così ha affermato Wissam Salsaa, direttore del Walled-Off Hotel.

Proprio questo hotel, negli ultimi anni, è diventato un vero e proprio punto di riferimento. È situato, come ricorda il suo stesso nome, di fronte al muro fatto costruire da Israele per separare la città palestinese dai territori di Gerusalemme est, innalzato a partire dal 2002.

Proprio su questo famoso muro il graffitaro Banksy, solo dopo quattro anni dopo, ha iniziato a realizzare disegni provocatori e istigatori riferiti alla situazione socio-politica del paese. L’ultima opera realizzata è solo una delle tante ad aver fatto discutere e polemizzare.

Il suo istinto provocatorio ha, da sempre, caratterizzato il suo modo di interpretare e fare arte. Può essere amato o meno, ma ciò che è indiscutibile è che si tratta di una personalità perseverante e travolgente, che con dei semplici colori sul muro ha scosso centinaia di nazioni, e con loro i popoli che le abitano.

Forse la competenza dell’arte potrebbe essere proprio questa: il saper scuotere – e turbare – coscienze con l’intento di marcare indelebilmente un preciso messaggio che Banksy, insieme alla sua incredibile arte, è senza dubbio in grado di fare. Lui stesso lo afferma:

I graffiti sono stati utilizzati per dare inizio a rivoluzioni, fermare le guerre, e in generale sono la voce delle persone che non sono ascoltate.


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