amore

Un amore “consumato”

Tutti quanti almeno una volta nella vita hanno sentito parlare della parola consumismo.

Esso, secondo l’esatta definizione, è un fenomeno economico-sociale tipico delle società industrializzate che consiste nell’acquisto indiscriminato di beni di consumo da parte della massa, esasperato dall’azione delle tecniche pubblicitarie, al solo scopo di allargare continuamente la produzione.

Si può legare questo termine oggigiorno all’amore? Pensate solamente alla festa di San Valentino, a parer mio un evento costruito dalla società e dai mass media per lucrare sul denaro delle persone. Essa è ormai diventata una scusa per potersi regalare un qualcosa, che siano dei cioccolatini, una rosa o un anello; l’importante è il regalo. Lo spendere soldi per il proprio ragazzo o ragazza è il gesto che conta più di tutto. La frase “io non ti amo solo a San Valentino ma ti amo ogni giorno”, per quanto possa essere banale, è pur sempre vera, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo.

Sempre per quanto riguarda i rapporti di coppia ci siamo abituati a pensare in termini di performance, di perfezione. Ci siamo abituati a rasentare, a restare in superficie. Sei carino? Sei simpatica? Va bene! Usciamo, ci frequentiamo, ci vediamo quando capita e poi quando ci annoiamo ci lasciamo e ne cerchiamo un altro. Purtroppo tutto questo è anche dettato dalla sempre più frequente nascita di applicazioni e siti internet che ci permettono di conoscere nuova gente, di scoprire il “nuovo amore” senza doverci alzare dal divano.

Non si va più al di là, non si ha più voglia di approfondire la conoscenza di una persona, come detto ci si ferma in superficie perchè poi “magari ne trovo una più carina” o “uno con una macchina più bella”. A questo proposito basterebbe dare un’occhiata alle pubblicità delle macchine di qualche anno fa rispetto a quelle di adesso; sempre più grandi, sempre più potenti. In effetti al giorno d’oggi se non hai il “macchinone”, diciamocelo, non sei nessuno.

Si è persa completamente la voglia di uscire di casa e di conoscere “face to face” le persone, di capire le varie sfaccettature che esse nascondono. Si è persa la voglia di capirne i risvolti, i problemi. Alle prime difficoltà si molla tutto e si va avanti, in cerca di un altro rapporto effimero.

Consumiamo le storie come le puntate di una serie televisiva, e nella stessa maniera quando finiamo una di esse, ci mettiamo immediatamente alla ricerca di un nuovo rapporto più stimolante. Le relazioni affettive sembrano caratterizzate dall’incertezza, dal poco impegno e coraggio. I rapporti sentimentali sono diventati fugaci ed instabili, gli uomini e le donne hanno paura dei legami duraturi e non hanno più la capacità e la voglia di impegnarsi, e la colpa è della società, poiché essa è basata sul consumismo; come afferma il sociologo Bauman.

L’uomo compra tutto ciò che gli interessa e lo consuma e, appena si stanca di quel bene, se ne libera. Così sono purtroppo i rapporti; si tende sempre più a chiudere una storia non appena questa comincia a delinearsi come stabile e duratura e, spaventati dal fatto che possa trasformarsi in routine, la si sostituisce con un’altra “tascabile”, definita così sempre da Bauman, ossia tenuta in tasca e presa solo all’occorrenza, bella ma leggera e non vincolante. Si potrebbero praticamente definire “amori part-time” o “instabili”.

In una società in cui ormai è tutto diventato precario, a partire dal lavoro, anche le relazioni assumono questa caratteristica, sfociando in forme di convenienza o, nei casi peggiori, addirittura di infedeltà.

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