Game of Thrones: cosa accadrà?

L’appuntamento annuale con Game of Thrones, la serie HBO campione d’incassi, è terminato. I fan si stanno strappando i capelli, privati dell’unica cosa che rendeva il lunedì un giorno degno di essere vissuto. Quelli che la serie non la sopportano, invece, hanno probabilmente già stappato un Chianti del ’97, felici di non doversi più svegliare con la bacheca di Facebook grondante di gente in costume, battaglie campali come non si vedevano dai tempi del Signore degli Anelli e citazioni ripetute fino alla secchezza delle pliche vocali.

A sole due stagioni e 13 episodi dalla fine, però, l’isteria del “come andrà a finire?” si diffonde come una piaga virale, e il finale di stagione non aiuta di certo a placare gli animi. Gli sceneggiatori Benioff e Weiss, d’altronde, possono essere tacciati di tutto fuorché di ottusità, e sanno benissimo come coprire con qualche cliffhanger ben piazzato il marasma fatto negli episodi precedenti, tra personaggi scritti con l’accetta e incongruenze a pacchi.

Potevamo, quindi, non prendere parte al toto-finale, ricapitolando tutte le storyline lasciate in sospeso nel finale di stagione (e non solo)? Spoiler, ovviamente:

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A King’s Landing la situazione è letteralmente “esplosa” dopo una serie di episodi in cui l’Alto Passero sembrava poter stabilire con successo una teocrazia a Westeros, in una versione armata degli ordini mendicanti. Cersei si è presa la sua rivincita, ma a che prezzo? Suo figlio Tommen è morto, dando così compimento alla profezia secondo cui Cersei sarebbe sopravvissuta a tutti e tre. Per chi non ricordasse la profezia, essa viene mostrata in un flashback all’inizio della quinta stagione:

Ben più interessante è la parte precedente, in cui la strega profetizza a Cersei un’altra sventura: “sarai regina, finché non ne verrà una più giovane e più bella di te a distruggerti e portarti via tutto quello che hai di più caro”. Si pensava che potesse essere Margaery, ma se si trattasse di Daenerys? Sansa è l’altra favorita, ma con un esercito di navi, alleati ovunque e tre giganteschi rettili sputafuoco la madre dei draghi sembra essere ben più minacciosa. L’incognita è sul quando – Daenerys ci potrebbe mettere da 5 minuti a 9 puntate per raggiungere destinazione, a discrezione degli sceneggiatori – ma uno scontro tra le due regine pare scontato.

Peccato che la regina Targaryen non sia l’unica a volere Cersei morta. In realtà un po’ tutti vogliono Cersei morta, ma se c’è qualcuno che ha più chance di altri per prendersi la propria vendetta quella è Arya. Dopo aver spuntato il nome di Walder Frey dalla sua lista, la novella Beatrix Kiddo mascherata si dirigerà presumibilmente a King’s Landing dove, oltre alla regina, si trovano gli altri “bersagli” Gregor “la Montagna” Clegane (in versione zombie) e Ilyn Payne, boia di suo padre Ned.

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Un’altra ipotesi sulla fine di Cersei la danno i libri, in cui la profezia della strega viene ampliata fino a comprendere la sua morte per mano del “valonqar”, traducibile come “fratello piccolo”. Questa profezia è uno dei motivi dell’odio storico che Cersei prova per Tyrion, ma alla luce dei fatti recenti il “fratello piccolo” potrebbe anche essere Jaime, innamorato deluso sulla via della redenzione. L’ipotesi, comunque, rimane poco probabile, almeno nella serie, visto che la profezia è stata tagliata dalla sceneggiatura.

Un po’ più confusa la questione nelle terre centrali. Melisandre, altro bersaglio di Arya, è stata cacciata da Jon Snow/Stark/Targaryen per un motivo che era stato convenientemente e momentaneamente accantonato dalla stagione precedente, e che lo sveglissimo Davos realizza solo dopo dieci puntate, ovvero il rogo di Shireen. Fatto sta che Melisandre è un cane sciolto ormai, e, benché in modalità “odio la vita” da qualche puntata, il suo scopo rimane pur sempre quello di far avverare la profezia del prescelto Jon Snow. Possibile che vada ad accogliere Daenerys, proponendole un matrimonio/alleanza che non può rifiutare, sempre che la madre dei draghi – come è probabile – non incontri per strada Euron Greyjoy e la sua flotta.

La storyline di Sam è finalmente approdata alla Cittadella, e lì probabilmente rimarrà per lungo tempo, almeno finché per mezzo di lui non verremo a scoprire qualche importantissima verità riguardo alla storia, al passato dei personaggi, agli Estranei (un po’ il ruolo che ha Bran, insomma).

I fratelli Clegane, entrambi tornati dal mondo dei morti (metaforicamente uno, letteralmente l’altro) potrebbero incontrarsi, soprattutto ora che Arya è tornata in circolazione e progetta (forse) di entrare a King’s Landing. Dopotutto chi, meglio di Sandor, può affrontare la Montagna?

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Al nord, ora che l’inverno è arrivato, saranno tutti presi a trovarsi un nuovo motto e a rinforzare le difese al sud (con Walder Frey morto chi prenderà il controllo di quel piccolo ma cruciale lembo di terra? Lannister o Stark?) e a nord, lungo quella barriera dietro la quale si stanno ammassando da eoni schiere di morti. In tutto questo Bran potrà avere un ruolo cruciale, ora che ha guadagnato l’abilità di controllare i corpi e, soprattutto, di creare flashback all’occorrenza. Rimane poi sempre l’incognita Baelish: il suo tentativo di mettere Sansa contro al fratellastro è palese e, al momento, poco plausibile, ma basterebbero un paio di passi falsi del neo-acclamato “re del Nord” Snow per cambiare le carte in tavola, e convincere la più anziana Stark superstite a prendersi ciò che dovrebbe essere suo.

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Per il resto? Guerra, guerra, guerra, budget permettendo. Sulla carta, almeno, i Tyrell superstiti dovrebbero marciare su King’s Landing, forti dell’appoggio di un’incazzatissima Dorne e della madre dei draghi (e di conseguenza di Yara e Theon). Cersei contro tutti, in pratica. Vedere come se la caverà è il mio interesse principale, consapevole che, nel caso di una sua eventuale sconfitta, i fornitori di vino rosso di tutto il mondo si uniranno in un cordoglio lungo quanto l’inverno.


 

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