Benvenuto il luogo dove
In questa primavera 2019, Elisa è tornata live, con Radio 105 come official media partner, per presentare il suo decimo album di inediti Diari Aperti, uscito a ottobre per Universal Music Italia. Il 3 aprile scorso si è tenuta la seconda di tre date, anche se la prima a essere stata annunciata in autunno, al Teatro degli Arcimboldi di Milano (tutte le date sono andate sold out molto velocemente). Una venue degna della voce straordinaria della cantante, capace di offrire un’invidiabile acustica, a differenza di altre location milanesi, più capienti ma meno adatte. Sul palco insieme a lei, oltre al marito Andrea Rigonat (chitarra), un batterista, che si occuperà anche delle percussioni, un pianista, addetto anche a tastiere e arrangiamento archi, e un bassista, che si destreggerà anche con l’omnichord. Inoltre, tre coriste internazionali e un quartetto d’archi: due violini, viola e violoncello. Dopo l’apertura da parte della cantante Terra Naomi, lo spettacolo può cominciare.
Alto e basso
Il concerto è diviso in due atti, facilmente distinguibili. Nel primo, più intimo e lento, artisticamente di livello più alto, Elisa propone i brani più introspettivi e commoventi del suo repertorio, come Promettimi, Anche Fragile ed Eppure Sentire. Dopo appena mezz’ora, a far capire l’elettricità e la felicità che si respira nell’aria, c’è già la prima standing ovation, che impedisce a Elisa, visibilmente stupita ed emozionata, di andare avanti per qualche minuto. Il secondo atto è più pop e allegro. Un cambio che le serve per divertirsi e divertire. C’è inoltre la versatilità di passare al country nel medley che include Cure Me (la scaletta completa è in fondo all’articolo).
Il pubblico è per la stragrande maggioranza femminile e l’età è grosso modo quella dell’artista. Fan e ammiratori dunque più maturi, che la seguono verosimilmente dagli esordi. Durante Stay il fanclub, che occupa la platea bassa, non riesce più a contenersi e si alza all’unisono per sostenere l’amata da più vicino. Da lì in avanti più che in un teatro sembra di stare in un club. Elisa è divertita e compiaciuta: sembra quasi che non aspettasse altro che un po’ di sano disordine. Integrazione, Together, ed ecologia – alle sue spalle a un certo punto appare Greta Thunberg (la sedicenne attivista svedese che ha manifestato a Stoccolma contro i cambiamenti climatici) e una frase di Orso in Piedi (capo Sioux) – sono temi centrali delle due ore nette di concerto. Momento toccante è il saluto al tour manager di una vita, venuto a mancare da poco, con la scritta: “Ciao monsieur”.
Sinonimo di bellezza
Il finale è tutto una festa, coriandoli, fiori e uno striscione che recita: “L’amore per te non si lascia scrivere su uno striscione”. Sinergia totale tra sopra e sotto il palco, come rare volte capita di percepire. Elisa è polistrumentista (nella serata specifica, chitarra, pianoforte e tamburo), attenta al sociale e persino in forma atleticamente, come dimostra con pirotecnici salti durante le canzoni più energiche e ballabili. Malgrado i numeri e la visibilità, rimane un’artista apprezzabile anche dal pubblico più esigente. Non si è quasi mai accontentata e stimola il suo pubblico ad approfondire e aprirsi a nuovi generi e sonorità. Andare a un suo concerto è sinonimo di apertura e bellezza. La serata di mercoledì non è stata altro che una piacevole conferma.
Scaletta:
Come fosse adesso
Promettimi
Anche fragile
Tua per sempre
Eppure sentire
Heaven Out Of Hell
Luce
7 times
Dancing
Sound of Silence
Quelli che restano
Se piovesse il tuo nome
L’anima vola
Stay
Rainbow
A prayer
Vivere tutte le vite
Broken/Labyrinth/Cure Me/No Hero
Together
Tutta un’altra storia
Gli ostacoli del cuore
A modo tuo