il campo di Moria

Il campo di Moria a Lesbo, dove i diritti vengono negati

Il campo di Moria a Lesbo, in Grecia, è un luogo dove i diritti, sopratutto dei minori, vengono negati o nemmeno garantiti. Si potrebbe definire come l’inferno europeo della società odierna. Trafitto di ombre e mistero, in cerca di luce da troppo tempo. Solo una fonte luminosa è ammessa nel campo di Moria: quelle delle telecamere delle reti internazionali, allo scoppiare dell’ennesima catastrofe.

Il campo di Moria: correva l’anno 2019

il campo di MoriaNegli ultimi due mesi sono arrivate oltre 18.000 persone nelle isole greche, 8.500 solo a Lesbo. “In un campo profughi che può ospitare fino a 3.000 profughi ne vivono ammassati 13.000, di cui il 42% sono minori tra 7 e i 12 anni. Le condizioni sono disumane e pericolose, con una doccia ogni 230 persone e nessuna assistenza medica“, sottolineano dalla organizzazione

Tra agosto e settembre oltre 18.000 persone, soprattutto famiglie siriane e afghane, sono arrivate nelle isole greche, più del doppio di quelle arrivate nello stesso periodo un anno fa. Un numero record dal 2016, che va ad aggiungersi agli oltre 35.000 migranti respinti nello stesso periodo dalle autorità greche e turche lungo la rotta del Mar Egeo. Una situazione esplosiva e prossima al collasso (come dimostrano i tragici episodi delle ultime settimane) soprattutto in campi come quello di Moria a Lesbo, dove in questo momento a fronte di una capienza di 3.000 posti sono costrette a sopravvivere in condizioni disumane oltre 13.000 persone, per il 42% minori tra i 7 e 12 anni, tra cui quasi 1.000 bambini e ragazzi arrivati da soli.

È l’allarme lanciato oggi da Oxfam con un nuovo report, che fotografa una situazione umanitaria disastrosa a oltre 3 anni e mezzo da quell’accordo tra Ue e Turchia che sta intrappolando nelle isole greche, nel cuore dell’Europa, oltre 30.000 persone che ogni giorno continuano a vedersi negati i propri diritti fondamentali.

La situazione attuale a Lesbo e soprattutto nel campo di Moria rappresenta il fallimento delle politiche migratorie europee degli ultimi anni. “Dopo i fatti delle ultime settimane, che hanno causato la morte di vittime innocenti, uomini, donne e bambini già vulnerabili vivono nella paura che nuovi episodi di violenza possano esplodere da un momento all’altro“, ha sottolineato Riccardo Sansone, responsabile dell’ufficio umanitario di Oxfam Italia:

Solo a Lesbo tra agosto e settembre sono arrivate 8.500 persone su una popolazione di 85.000 abitanti, una media di 140 al giorno. La conseguenza inevitabile, a causa della mancanza di spazi all’interno del campo è che, con l’inverno alle porte, quasi la metà delle persone sono costrette a vivere nelle aree non ufficiali intorno all’hotspot, in tende improvvisate o direttamente all’aperto in mezzo alla sporcizia. E tra loro ci sono anche famiglie con bambini piccoli, mentre le strutture idriche e igieniche sono del tutto insufficienti, con una doccia per 230 persone e una toilette per 100 persone nella zona adiacente al campo.

Una situazione esplosiva anche da un punto di vista sanitario, dopo che ad agosto per la mancanza di personale sono state sospese le normali operazioni di screening medico e le vaccinazioni per i nuovi arrivati. Con la conseguenza che la maggior parte dei ragazzi che vivono a Moria non ha potuto iscriversi nelle scuole greche.

Il tutto in un contesto in cui la lentezza e l’inefficienza delle procedure di identificazione e richiesta di asilo per i migranti più vulnerabili sta lasciando le persone vittime di traumi e torture, senza l’assistenza sanitaria e psicologica di cui avrebbero bisogno, e in molti casi impedisce anche ai minori non accompagnati di ricongiungersi con i familiari che si trovano in altri stati europei.

In Grecia oltre 45.000 arrivi nel 2019, più che in Italia, Spagna e Malta: la Ue non continui a girarsi dall’altra parte: “I trasferimenti di migranti negli ultimi mesi sulla terraferma non si sono dimostrati sufficienti per compensare i nuovi arrivi, mentre il Governo greco non ha ancora rispettato la promessa di creare altri nuovi 10 mila posti in accoglienza sulla terra ferma“, ha aggiunto Sansone, “prima che la situazione possa nuovamente sfuggire di mano, chiediamo all’Unione europea e al Governo greco di intervenire per il trasferimento di migranti da tutti i campi sovraffollati che si trovano sulle isole greche, a partire dal campo di Moria, dove è fondamentale che vengano prima di tutto tutelati i diritti dei migranti più vulnerabili, come donne e bambini“.

Allo stesso tempo, Oxfam ritiene fondamentale superare gli effetti creati dal disastroso accordo tra Ue e Turchia, in Paesi di primo arrivo come la Grecia, attraverso un efficace meccanismo di ridistribuzione dei richiedenti asilo tra gli stati membri, non solo su base volontaria. Tenendo presente che nel 2019 in Grecia sono arrivati oltre 45.000 migranti, più di quanti sbarcate in Italia, Spagna e Malta.

È prioritario continuare a lavorare a livello europeo, sulla strada imboccata con il recente accordo di Malta, che però ha coinvolto solo 4 stati europei, trovando una situazione immediata anche per l’emergenza migranti in Grecia“, conclude Sansone, “soprattutto alla luce dell’ulteriore peggioramento dell’emergenza siriana, dopo l’offensiva della Turchia nel nord- est della Siria. Una situazione che potrebbe causare un ulteriore aumento del flusso di profughi siriani, proprio verso le isole greche“.

L’incendio che ha devastato l’isola

il campo di Moria Il campo è distrutto. E migliaia di migranti sono in fuga, per fuggire dalle fiamme fuori controllo. È allarme al campo migranti di Moria, sull’isola di Lesbo, in Grecia, dove durante la notte del 15 settembre diversi incendi, probabilmente di origine dolosa, hanno distrutto gran parte della struttura. Il campo era in lockdown, a causa del coronavirus, e secondo le prime ricostruzioni i roghi sarebbero stati appiccati proprio dai migranti in rivolta contro le regole dell’isolamento, anche se la polizia non ha confermato la versione. Dalle immagini le fiamme hanno avvolto tutto il campo. Ma si teme soprattutto per l’epidemia, molti degli ospiti in fuga potrebbero essere positivi.

Il campo è stato parzialmente evacuato. Secondo i vigili del fuoco locali, le fiamme sarebbero divampate in più punti. La struttura, che è la più grande d’Europa, accoglie attualmente circa 12.700 richiedenti asilo, in condizioni costanti di sovraffollamento e di insicurezza, come dimostra anche questo ultimo episodio. Il governo greco ha annunciato che dichiarerà lo stato di emergenza sull’isola per 4 mesi. A chi vive a Moira è stato inoltre vietato di lasciare l’isola per evitare la diffusione dei contagi.

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