Die Welle, L’Onda: è possibile il ritorno dei totalitarismi?

Ѐ possibile un ritorno del nazismo o, più in generale, dei totalitarismi? Ha provato a dare una risposta Todd Strasser, che con il romanzo The Wave, scritto nel 1981, ha raccontato di un esperimento sociale attuato da un professore di storia per rispondere alla domanda dei suoi studenti sul come era stato possibile che i tedeschi avessero compiuto orrori così disumani e aberranti durante il nazismo.

Da questo libro nel 2008 in Germania è stato tratto un film dal titolo Die Welle (che significa appunto L’onda) con il regista Dennis Gansel. Non è un caso che siano stati proprio i tedeschi a voler ritrasporre cinematograficamente il romanzo che, dalla pubblicazione in tedesco nel 1984, è diventato un classico della letteratura scolastica di un paese che ha vissuto e vive ancora come una tragedia il senso di colpa della dittatura hitleriana.

Il film differisce per diversi punti dal libro, a partire dall’ambientazione: il romanzo è ambientato negli U.S.A., riprendendo un fatto realmente accaduto nella scuola di Palo Alto in California nel 1975, mentre Die Welle è ambientato nella Germania di oggi.

Il professor Rainer Wenger si trova a dover tenere un corso sull’autocrazia, nonostante per i suoi ideali preferisse tenere quello sull’anarchia; tuttavia, accettando il compito, grazie al suo carisma a poco a poco riesce a far sua la classe.

Inizialmente annoiati, gli studenti sostengono che una nuova dittatura in Germania non sia possibile. Wenger attua così a poco a poco l’esperimento sociale sopracitato, per dimostrare loro come le masse siano in realtà facilmente manipolabili.

Il professore inizia imponendo alcune regole basilari di disciplina e cambiando l’ordine dei banchi, in modo da dividere i gruppi e le coppie affiatate e far sì che i meno bravi siano vicini ai più efficienti. Obbliga inoltre gli studenti a stare seduti con la schiena dritta e composti e ad alzarsi per prendere parola. Il secondo step consiste poi nell’ideare un nome per il gruppo, che viene individuato come L’onda, e di creare un logo.

Risulta immediatamente evidente che alcuni studenti iniziano ad appassionarsi all’Onda in modo malsano, soprattutto uno, Tim, normalmente isolato dagli altri e con una famiglia assente e molto autoritaria. Costui grazie all’Onda si sente importante, o meglio, sente di avere finalmente uno scopo nella vita. Per l’Onda arriva a compiere azioni pericolose, come quella di arrampicarsi su un grattacielo per disegnare il logo del movimento.

Viene inoltre imposta una divisa uguale per tutti, consistente in una camicia bianca, che ha lo scopo di eliminare le disuguaglianze e rendere i partecipanti al movimento immediatamente riconoscibili. Viene infine inventato un saluto, che solo i componenti dell’Onda conoscono.

Il movimento diviene motivo di esclusione verso coloro che non ne fanno parte. Giustificati dall’autorità del professore, infatti, i partecipanti dell’Onda assumono comportamenti non solo escludenti, ma anche aggressivi e violenti verso coloro che non fanno parte del movimento.

Persino il professore, che inizialmente appariva simpatizzante degli ideali anarchici, rimane incastrato nella sua stessa trappola, non vedendo, o facendo finta di non capire la gravità della situazione. Il mancato allarme è in realtà giustificato dal buon rendimento che iniziano ad avere i partecipanti dell’Onda, grazie alla disciplina imposta, e dai conseguenti complimenti della direttrice della scuola.

Quando Rainer se ne rende conto è in realtà ormai troppo tardi. Tim, lo studente insicuro, mostra infatti segni di pazzia, essendo arrivato a bruciare i vestiti che non erano parte della divisa e avendo proposto con insistenza al professor Wenger, invadendo anche la sua vita privata, di diventare la sua guardia del corpo.

Wenger convoca dunque una assemblea speciale dell’Onda per il sabato, e l’aula magna, come da preamboli, è gremita di componenti e simpatizzanti dell’Onda. Il professore fa allora agli studenti un discorso pronunciato da Hitler, che gli studenti acclamano, senza accorgersi che il discorso non era originale. Poi, il professore domanda loro cosa fare con uno studente che si era mostrato traditore nei confronti del movimento, chiedendo se fossero d’accordo sul mandarlo a morte. Davanti alle espressioni incredule di molti ragazzi, Wenger svela lo scopo del movimento, mostrando agli studenti come era stato facile e rapido trasformare tutti loro in tanti piccoli nazisti.

Purtroppo Tim non accetta che l’Onda, diventata il suo unico motivo di vita, svanisca e, tirata fuori una pistola sottratta al padre, minaccia con essa il professore e i compagni. Piangente ed in crisi, Tim spara a un coetaneo e, dopo aver rivolto la pistola contro Wenger, infila poi l’arma in bocca, facendola esplodere. Wenger, dopo l’accaduto, sarà condotto in carcere.

Il finale è molto crudo e violento, totalmente differente dal finale presente nel romanzo. Nel libro The Wave, infatti, non c’è nessuna sparatoria, semplicemente lo studente fragile capisce ciò che era diventato e se ne dispera, senza utilizzare armi.

Come mai questo cambiamento del finale? Forse perché il ricordo del nazismo è una ferita ancora aperta nel cuore dei tedeschi e un finale violento era necessario a mostrare i pericoli cui una deriva totalitarista potrebbe condurre.

FONTI:

Wikipedia

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