Paradigma di amore impossibile, Werther ha ispirato decenni di letteratura e gli autori più diversi. Una delle opere che trattano la notoria storia del suicida innamorato nella maniera più originale possibile è sicuramente Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. In essa, si porta sostanzialmente avanti l’idea che l’amore incontenibile di Werther sia un travestimento, indossato dal protagonista di Goethe come un abito.
Frammenti di un discorso amoroso
L’opera di Barthes non è incentrata unicamente su Werther: quest’ultimo non è che uno dei numerosi riferimenti sparsi ovunque per tutto il testo. I riferimenti utilizzati dallo studioso possono provenire dalla letteratura, come nel caso del romanzo di Goethe, ma anche da esperienze personali dell’autore e da sue conversazioni avvenute con i propri amici.
Il libro, come spiega il semiologo francese, parte da un principio fondamentale: “che non bisognava ridurre l’innamorato a un puro e semplice soggetto sintomatologico”. L’opera quindi non è costituita da uno snocciolare esempi del discorso amoroso, bensì da una sua simulazione, declinata nella persona dell’io. In questa maniera, il testo può rappresentare una enunciazione del discorso amoroso stesso invece che un suo studio, una sua analisi.
Il discorso amoroso di Barthes è riportato attraverso questi frammenti che egli definisce “figure”. Le figure rappresentano “il gesto del corpo colto in movimento”, come è quello di un innamorato, che “si dimena in uno sport un po’ pazzo”, si prodiga. Esse hanno una successione scandita dall’ordine alfabetico per far sì che ci sia una progressione arbitraria. L’autore non vuole in nessun caso che il lettore possa altrimenti prendere quanto scritto nel libro e interpretarlo come una “filosofia dell’amore”.
Abito. Frac turchino e gilet giallo
Prendendo in considerazione la seconda figura riportata nel libro, quella dell’abito, si dice di Werther:
3. Werther: «M’è costato fatica decidermi a togliermi di dosso il mio semplice frac turchino che avevo la prima volta quando ho ballato con Lotte, ma negli ultimi tempi era ridotto proprio indecente. Però me ne son fatto fare uno uguale…».
Il fatto stesso che egli se ne faccia fare un altro, nuovo, per sostituire il vecchio e logoro abito in questione, significa che egli non è realmente legato all’abito iniziale in sé. Esso è importante in quanto simbolo, un simbolo dalla quale egli non può e non vuole separarsi. Barthes spiega:
È con quel vestito (frac turchino e gilet giallo) che Werther vuole essere sepolto ed è con quel vestito che egli viene trovato agonizzante nella sua stanza.
Ogni volta che mette quel vestito (con il quale morirà), Werther si traveste. Da che cosa? Da innamorato estasiato: egli ricrea magicamente l’episodio dell’estasi, il momento in cui si è trovato siderato dall’Immagine. Quel vestito turchino lo rinserra talmente forte, che il mondo circostante si annulla: soltanto noi due […]
Il frac turchino e il suo rispettivo gilet abbinato diventano quindi travestimento. Il semiologo descrive, attraverso i gesti apparentemente folli di Werther, qualcosa che in realtà è comune a ogni innamorato: i vestiti indossati in sede di seduzione o di innamoramento sono portatori di emozioni. L’indossarli, quindi, rigenera nel soggetto le stesse sensazioni che sono state provate la prima volta, facendo sì che gli abiti stessi siano al pari di un costume.
Oggetti. Il nastro
Ma viene da chiedersi perché gli abiti indossati durante un appuntamento amoroso siano così importanti. Cos’è che porta realmente questo completo dai colori sgargianti al diventare simbolo di amore, travestimento da uomo innamorato? Una sorta di risposta a questo quesito viene data più avanti nell’opera, con la stessa tematica affrontata in maniera diversa, nella trattazione della figura oggetti intitolata “Il nastro”.
Qui Barthes spiega che “ogni oggetto che sia stato toccato dal corpo dell’essere amato diventa parte di questo corpo e il soggetto vi si attacca appassionatamente”. Subito viene chiarito quindi come Werther possa essere tanto attaccato al frac turchino che la sua amata ha sfiorato.
Pertanto bisogna a questo punto fare una precisazione: il fatto che quegli abiti diventino travestimento per il protagonista di Goethe non significa che Werther finga di essere innamorato di Lotte. Essi hanno la funzione di farsi amplificatore del sentimento provato dall’uomo, portatori dell’emozione provata in un momento unico di condivisione con l’amata. Ma la base di innamoramento reale nell’uomo è comunque ben presente e ben radicata. Con il suo discorso sul frac turchino e il gilet giallo, Barthes non tenta di comunicare al proprio lettore che l’amore narrato ne I dolori sia irreale e millantato falsamente.
Per Barthes, anzi, Werther è un eroe reale; e quando Gide afferma di aver provato talmente tanta irritazione nella rilettura del libro da avere voglia di spingere l’uomo per accelerarne la morte, Barthes reagisce affermando che volere la morte di Werther significa volere la sua propria morte. Werther è la proiezione di ogni uomo innamorato e il fatto che riviva intensamente attraverso i propri abiti un attimo d’amore non esclude assolutamente il fatto che egli provi dei sentimenti reali. L’atto di travestirsi da uomo innamorato non priva di veridicità la sostanza che c’è sotto.
FONTI Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, Einaudi, 1979