sanremo

Sanremo: i brani che avrebbero meritato di più

La settantunesima edizione del Festival di Sanremo si è conclusa da qualche giorno e ha incoronato i Måneskin come vincitori. Il gruppo, con il brano Zitti e Buoni, ha portato un po’ di rock sopra il palco dell’Ariston e ha raggiunto un altro importante traguardo dopo la finale di X Factor del 2017. In quel caso, il collettivo romano aveva visto sfumare la vittoria all’ultimo, ma aveva anche acquisito un’ottima reputazione a livello nazionale. Gli altri finalisti di questa edizione un po’ particolare sono stati la coppia Fedez/Michielin ed Ermal Meta e hanno contribuito a portare un po’ di festa nelle case degli italiani.

Oggi vogliamo parlare di quei brani che, vista la posizione ottenuta nella classifica finale, avrebbero meritato qualcosa di più. Alcuni di quelli che elencheremo hanno avuto altri riconoscimenti da parte della critica o hanno scalato le classifiche delle piattaforme streaming. È quindi innegabile che la classifica di Sanremo non sempre premi i brani oggettivamente migliori. La selezione che faremo sarà dettata da gusti soggettivi: verranno presi in considerazione testi e sonorità che hanno dato qualcosa di nuovo alla scena musicale italiana e che probabilmente non sono stati capiti.

Le quote rosa: Annalisa e Madame

Le due artiste hanno raggiunto un’ottima posizione in classifica. Il brano di Annalisa, intitolato Dieci, si è classificato in settima posizione ed è stato abbastanza apprezzato. La cantante savonese è reduce da anni di successi e pezzi che stanno segnando la musica pop contemporanea. Il pezzo è orecchiabile ed è una vera e propria storia raccontata dalla bellissima voce di Annalisa che, ancora una volta, conferma le sue incredibili doti canore. Nella sua quinta partecipazione al Festival riesce comunque ad entrare in Top Ten, dunque non si può parlare di delusione. Certo è che, dopo la prima posizione della serata inaugurale del Festival, ci si poteva aspettare una posizione di classifica più alta.

C’è poi il caso di Madame, una fra i maggiori talenti esplosi negli ultimi anni, che si può dire non sia stata compresa appieno dal pubblico sanremese. Non ci si poteva certamente aspettare il contrario. La giovane artista veneta è arrivata sul palco dell’Ariston dopo pochi anni di carriera (già di ottimo livello) ed è riuscita a ipnotizzare una larga fetta di pubblico che probabilmente non l’aveva mai sentita.

Già nota in ambito hip hop, questa giovane artista, classe 2002, si è dimostrata all’altezza del pubblico generalista con Voce, un brano che canta della voce della stessa autrice. Grazie anche al lavoro magistrale di Durdust ed Estremo, Madame è riuscita a portare le proprie emozioni sul palco. Il ritornello è un’esplosione di sentimenti, in cui la cantante vicentina libera il proprio urlo interiore. La sua vera vittoria è stata quella di farsi conoscere ancora di più e di confermarsi come una delle “voci” più promettenti del panorama musicale italiano.

Irama

Irama ha vissuto dei giorni complicati. Dopo la notizia della positività di un collaboratore, il cantante ha avuto l’occasione di restare in gara, anche se non ha potuto fisicamente esibirsi. Dopo l’assenza nella prima serata, è tornato in gara tramite la messa in onda del video delle prove generali. Il pezzo La genesi del tuo colore è letteralmente volato in classifica e ha mostrato di avere una musicalità diversa da quella tipica del Festival. Irama forse sarebbe riuscito a portare a casa qualcosa di più, se non fosse stato per l’episodio legato alla positività di un membro dello staff.

La voce del cantante si unisce perfettamente a una strumentale che parte in sordina, per poi trasformarsi al momento del ritornello: qui il brano prende vita, si ferma, riparte e arriva al suo culmine, con dei violini che accompagnano la voce verso la seconda strofa. Dopodiché l’atmosfera cambia leggermente, con un ritmo più scandito che fa venire voglia di ballare sulle note di un pezzo che avrebbe meritato più fortuna.

Gaia e Ghemon, ovvero quando non si viene capiti

Partendo dalla cantautrice italiana con cittadinanza brasiliana, Cuore Amaro ricorda lo stile spagnoleggiante di Ghali in alcune canzoni di DNA. Le chitarre, l’atmosfera latinoamericana e il ritornello cantato su strimpelli orecchiabili rendono il pezzo di Gaia appetibile per le radio e una probabile hit in vista dell’estate. Sicuramente Gaia è riuscita a portare uno stile molto personale sul palco di Sanremo. La posizione di classifica, però, non ha reso affatto giustizia al suo talento.

E poi c’è Ghemon che con Momento Perfetto porta un po’ di R&B e di hip hop all’Ariston. L’allegria che trasmette il pezzo è contrastata da un testo profondo e riflessivo. Il rapper di Avellino dimostra ancora una volta di essere un grande autore, oltre che un bravissimo interprete di stili sempre differenti. Il brano non sembra neanche italiano, per quanto suona hip hop. Forse è anche questo il punto di forza di Ghemon che, ancora una volta, non è stato apprezzato come avrebbe meritato. Ma chissà quanti nuovi fan avrà conquistato.

Insomma, la classifica sarebbe potuta essere un’altra. Ci piace pensare, però, che nel lungo periodo il vero valore dei brani si trasformerà in ascolti e supporto per gli artisti che abbiamo citato.

FONTI

tgcom24

CREDITS

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Un commento su “Sanremo: i brani che avrebbero meritato di più”