Dove va la tua memoria? Cosa accade ai tuoi ricordi con lo scorrere del tempo, che ne è di quel passato fatto di oggetti e sguardi sfuggenti? Ce lo racconta Stefano W. Pasquini, artista e scrittore italiano che porta a Bologna la sua prima mostra personale, intitolata Where does your memory go?// Dove va la tua memoria?. Come è facile capire dal titolo, l’intento della mostra è quello di far riflettere lo spettatore sul rapporto uomo–memoria, cercando di indagare su che cosa ci rimane delle persone e degli oggetti che incontriamo nel corso della vita.
Casa Morandi: uno spazio espositivo d’eccezione
Aperta al pubblico dal 2 ottobre e curata da Lorenzo Balbi, la mostra è allestita negli spazi di Casa Morandi a Bologna e sarà visitabile fino al 24 ottobre. La location scelta è dunque un luogo ricco di storia e suggestioni artistiche, in quanto dimora del grande pittore e incisore bolognese Giorgio Morandi, che vi si trasferì insieme alla famiglia dopo la morte del padre, avvenuta nel 1909. Qui Morandi vivrà fino all’ultimo dei suoi giorni, ovvero il 18 giugno 1964, ed è proprio nella sede bolognese che Morandi dipinse la maggior parte delle sue nature morte.
Bottiglie di vetro, vasi, caffettiere, fiori, e ciotole riflettono la sua costante ricerca di rigore formale, che a sua volta affonda le radici nelle semplificazioni formali di Paul Cézanne, figura di fondamentale importanza per Morandi. La pittura si fa luogo di meditazione, immergendo gli oggetti in un’atmosfera di silenzio, in cui i volumi e i contorni sfumano, sbiadiscono, come un ricordo che col tempo perde nitidezza. Materia morbida, candida, sospesa in una dimensione atemporale. Quante e quali cose potrebbero raccontarci sulla memoria del nostro pittore quelle bottiglie, se solo potessero parlare?
Nell’intraprendere questo viaggio espositivo, lo spettatore si può quindi rendere conto di quanto questi elementi e oggetti personali, apparentemente privi di significato, siano in realtà determinanti per i grandi accadimenti che travolsero l’artista. La storia di Casa Morandi come luogo adibito al pubblico è iniziata il 17 ottobre 2009 grazie al progetto di ristrutturazione affidato all’architetto Massimo Ghini.
Chi è Stefano W. Pasquini?
Ed è proprio su questo scenario intimo e privato che si innestano le opere pittoriche di Stefano W. Pasquini, fondatore della rivista «Obsolete Shit», una raccolta di espressioni creative di artisti e non artisti, che mette quindi in discussione il ruolo dell’immagine nella nostra contemporaneità. Così ce lo presenta il torinese Lorenzo Balbi, curatore della mostra nonché direttore del MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna dal 2017:
È impossibile inquadrare la ricerca artistica di Stefano W. Pasquini in una classificazione canonica. I suoi lavori mettono insieme suggestioni pittoriche, linguaggi, dettagli fotografici, rimandi linguistici, attivismo politico, grafica pubblicitaria, testi e azioni. E forse il continuo domandarsi in che territorio ci si sta muovendo è la vera finalità della visione. […] Il suo lavoro e la sua pratica rifugge la classificazione temporale e diventa sospesa nel tempo e nello spazio, inducendo lo spettatore a fare quello che non è mai portato a fare: riflettere sul significato.
Una continua ricerca, dunque, quella che Pasquini si propone di illustrare. Egli sprona il suo pubblico a guardarsi intorno con occhi nuovi, consapevoli, rinnegando quell’osservazione “acritica e passiva” in favore di una nuova, “consapevole e incisiva”. Le opere pittoriche che espone in Casa Morandi sono quindi esemplari della sua poetica, indirizzata per lo più ai temi del sociale e del collettivo, che vogliono rammentare allo spettatore quanto la pittura sia un elemento fondamentale per l’uomo e per il suo vissuto, e quindi per la sua memoria.
L’arte come specchio della società contemporanea
Per quanto riguarda lo stile di Pasquini, continua Balbi,
Le opere fluttuano tra stili e contesti lasciandoci spersi ma anche consapevoli di dover fare di più per arrivare al significato. Una pratica continua, un flusso ordinato, quasi se l’artista sentisse la necessità di realizzare un’opera al giorno per assuefare un bisogno, una esigenza, una presa di posizione del suo modo di intendere la pratica artistica e il ruolo dell’artista nella società consumistica contemporanea. Quello che però potrebbe essere criticato come mancanza di coerenza o riconoscibilità […], viene qui ribaltato e affermato come carattere distintivo.
Inutile quindi tentare di etichettare lo stile del pittore con un solo aggettivo, impossibile incasellarlo in un unico contenitore. Pasquini si muove, esplora, cerca in continuazione nuove lenti attraverso cui guardarsi attorno, interrogando una società contemporanea troppo presa dai suoi mille impegni per fermarsi un momento ad osservare il vero senso di ciò che fa finta di ammirare, passivamente.
Book Of People
L’invito rivolto al pubblico è dunque quello di mettere da parte le immagini da cui è ormai bombardato da ogni dove – telefono, televisione, computer – per instaurare un rapporto a due con l’opera d’arte che gli sta di fronte. Pretende dedizione, amore, attenzione. Esige dialogo, comprensione e pazienza. A tal proposito, una menzione di merito va al progetto di Pasquini «Book of people», ideato per aiutarci a ricordare quelle persone a cui teniamo particolarmente.
Il pubblico è invitato a scrivere una storia su uno dei suoi affetti più cari e inviarla a stefanowpasquini@gmail.com con l’oggetto “Book of people”, senza eccedere le 100 parole o i 12000 caratteri. Stefano Pasquini dipingerà su tela il soggetto della storia e questo apparirà sul suo sito con annessa la storia inviata e la firma dello scrivente. Inoltre il dipinto e la sua storia verranno inseriti in un libro d’artista. Un progetto immersivo e d’effetto per trasporre i ricordi su tela.
Where does your memory go?, ci chiediamo dunque. Difficile a dirsi, ma forse questa mostra saprà spronare il visitatore a guardare dentro di sé e a scoprire luoghi e dimensioni della propria interiorità che non aveva ancora mai esplorato.
Per maggiori informazioni:
Casa Morandi, Via Fondazza 36 – Bologna
2-24 ottobre 2021
Apertura al pubblico 2 ottobre 2021, ingresso su prenotazione telefonica allo 0516496611
Orari di apertura: sabato e domenica h 16.00- 20.00